Alicudi è conosciuta come l'isola dai 1000 gradini ma in realtà lungo le sue scalinate se ne contano oltre diecimila!
Per chi ama fare trekking trascorrere qui qualche giorno è l'occasione per percorrere i sentieri nella natura selvaggia e le tante mulattiere che uniscono i diversi centri abitati.
Per salire sulla vetta ho scelto un percorso ad anello molto panoramico che passa da alcune contrade nelle quali è suddivisa l'isola di Alicudi.
Scalinata verso San Bartolo |
Trekking al Filo dell'Arpa ad Alicudi
Soggiornando sopra la chiesa del Carmine ho iniziato qui la camminata ma racconto il percorso come se avessi iniziato dal porto da dove partono ogni giorno molti escursionisti che arrivano con gli aliscafi.
Sull'isola i diversi percorsi sono indicati da triangoli colorati e nell'unico negozio si può acquistare una mappa che indica le mulattiere, il numero di scalini e la pendenza. Questa è utile per chi trascorre qui qualche giorno e desidera scoprire l'isola facendo passeggiate più o meno impegnative.
Scalinata lastricata che sale dal porto |
Dal porto si sale lungo la scalinata in perfette condizioni che passa accanto alle tipiche abitazioni dell'isola dai colori pastello e il porticato sul davanti.
Itinerario: Porto - San Bartolo - Montagna - Pianure - Montagnole - Filo dell'Arpa - Pianicello - PortoSentieri: blu - grigio - rosso
Lunghezza: circa 9 km
Difficoltà: E - EE
Tempo: circa 5 ore e 20 minuti
Dislivello: quota max 675 m s.l.m.
Si arriva così alla chiesa del Carmine dove s'incontra una deviazione verso la spiaggia Bazzina che è un altro percorso, abbastanza breve, che consiglio di fare a chi soggiorna sull'isola alcuni giorni.
Per salire in vetta si devono seguire le indicazioni per la chiesa di San Bartolo che si raggiunge dal porto dopo circa 50 minuti di cammino.
Questo primo tratto offre tanti scorci panoramici ma la mattina il sole è davanti e perciò il panorama sulle altre isole dell'arcipelago rimane offuscato. Si può notare nella foto sotto come le pietre delle scalinate diventino sconnesse ma, guardandole dall'alto, sembra che si perdano all'infinito. In questo mi hanno ricordato la scalinata monumentale di Monesteroli nelle Cinque Terre.
La Chiesa di San Bartolo, intitolata al santo protettore delle Eolie, è stata costruita nel 1821 sopra i resti di una sacrestia seicentesca ed è l'unico monumento storico dell'isola. A fianco si può vedere l'antica cisterna che raccoglieva l'acqua piovana mentre dal piazzale si può ammirare un bel panorama.
Si prosegue in salita e con tratti pianeggianti che rendono più dolce la progressione per raggiungere la contrada di Montagna che è il centro abitato più alto dell'isola. In questa zona si possono notare i muri a secco che separano i campi, ormai incolti tranne alcuni coltivati a vigneto, e dei ricoveri in pietra chiamati mannare. Abitare qui in alto, a circa 500 metri di altitudine, dovendo percorre tanti scalini per scendere al porto non deve essere facile.
Dal paese si prosegue sempre in salita per incontrare poco dopo il bivio che porta a sinistra verso Montagnole e dall'altra parte nella zona denominata Pianure.
Consiglio di proseguire a destra per vedere questa parte dell'isola e poi tornare indietro per salire alla vetta.
Ricordo che per fare un'escursione di questo tipo senza zone ombreggiate è bene considerare le proprie condizioni fisiche e partire con l'opportuna scorta d'acqua e l'equipaggiamento da escursione. In questa pagina trovate tanti prodotti che ho testato durante i miei trekking a diverse latitudini.
Il sentiero verso Pianure è uno sterrato pianeggiante che passa tra muri a secco e sopra al pianoro ricoperto di felci che un tempo era tutto coltivato. Qui si capisce per quale ragione l'isole è considerata una delle più selvagge dell'arcipelago delle Eolie.
Alla fine del sentiero ho incontrato un gregge di capre selvatiche che sono fuggite arrampicandosi sulle rocce delle pareti quasi verticali. Nella foto sotto si distinguono poco ma sono i puntini bianchi che spiccano tra il grigio della sciara.
Il sentiero termina proprio su questa parte dell'isola che si può vedere da un'altra angolazione facendo un giro in barca. Per arrivare qui dal porto s'impiega poco meno di due ore. Questo pianoro offre una bellissima vista sulla costa e visto che gli escursionisti sono sempre pochi si è soli ad ascoltare i suono della natura.
Panorama sulla sciara |
Tornati sui propri passi si continua sul sentiero verso Montagnole con qualche sali scendi poco impegnativo e in un'ora si arriva all'ultimo cartello che indica la salita alla vetta. Sino a questo punto il percorso è indicato per escursionisti mentre la salita è indicata a escursionisti esperti perché il sentiero è ripido e con alti gradoni ricoperti in alcuni punti dalla vegetazione.
Fioriture: narciso e, forse, elicriso |
Il tratto ripido è comunque abbastanza breve perché dopo pochi minuti si arriva nel piano sommitale che sarebbe il cratere dell'antico vulcano. Anche qui si vedono tanti muretti che delimitavano i campi coltivati ora ricoperti di rovi e felci. In questa zona dell'isola si può notare la vegetazione spontanea di tanti arbusti e fiori come i narcisi che stavano affiorando dai loro bulbi.
Veduta sul piano sommitale |
Il sentiero non è più segnato, per questo consiglio di scaricare la traccia, ma seguendo il percorso più battuto si arriva sulla vetta Montagnole, a quota 675 metri, indicata da un cumulo piramidale di pietre.
Su Wikiloc ho caricato la traccia GPX del percorso che ho fatto con le relative soste per scattare fotografie.
Dal bivio s'impiega circa 30 minuti per salire. Qui si gode di una bella vista panoramica a 360 gradi sul mare e sulle isole di Filicudi, Stromboli, Salina e Lipari.
La vetta |
In realtà il trekking nonfinisce qui ma si deve raggiungere un punto panoramico dall'altro lato del piano sommitale denominato Filo dell'Arpa dal nome dialettale col quale viene chiamata la poiana, un rapace che si può vedere volare sull'isola. Secondo altri il nome deriverebbe dal fatto che le rocce attraversate dal vento producano un suono simile a quello emesso da un'arpa.
Il percorso per arrivare qui non è semplice da capire e, seguendo le indicazioni di alcuni escursionisti tedeschi, sono arrivata al punto panoramico sopra lo scoglio Galera. Da qui si può ammirare la costa più aspra dell'isola con pareti che scendono ripide verso il mare.
Le rocce al Filo dell'Arpa |
Per tornare indietro si segue lo stesso percorso per poi scendere nel pianoro e ritrovare il sentiero principale. Prima di prendere la scalinata si può raggiungere a destra un altro punto panoramico da dove ammirare le isole dell'arcipelago.
Sull'isola sono presenti tanti cartelli che indicano i percorsi ed è un vero peccato che nella parte sommitale non ci siano informazioni precise e non sia curato meglio il percorso che viene fatto da tante persone durante l'anno. Nei mesi estivi, visto che si è sempre sotto il sole, consiglierei di salire alle prime luci dell'alba.
La discesa sugli alti gradoni va fatta con attenzione. Una volta raggiunto il bivio sul sentiero principale si può scegliere di tornare indietro dalla stessa via dell'andata o fare un percorso ad anello scendendo verso Pianicello. Questo sentiero viene indicato come difficile ma in realtà è per escursionisti esperti perché i gradoni sono più scoscesi e ripidi rispetto a quelli fatti all'andata passando per la chiesa di San Bartolo.
Sentiero verso Pianicello |
Il sentiero tra i fichi d'India è molto panoramico e, arrivati alla contrada Pianicello, si può vedere un manipolo di case, penso abitate solo in estate, e altri muretti a secco che delimitavano coltivazioni strappate alla montagna, un po' come si è fatto alle Cinque Terre.
Nei pressi del paese la scalinata diventa più agevole ma sempre ripida.
Il sentiero prosegue in discesa e arriva su un altro percorso trasversale dell'isola appena sopra il cimitero. Qui si può scegliere diversi percorsi, a seconda di dove si desidera andare, perché chi soggiorna sull'isola può decidere di tornare a casa. Nei vari incroci si trovano le indicazioni per la Chiesa di San Bartolo e quella del Carmine.
Per arrivare al porto ho proseguito su una scalinata molto ripida che mi ha portato al belvedere, accanto alla Cappella di San Giuseppe, da dove ammirare ancora una volta la bellezza di questi panorami.
Da qui ho proseguito sulla scalinata Costa Gretta per raggiungere il porto dove sono arrivata in un'ora e mezza dalla discesa da Montagnole. Questa scalinata tra il lentisco e fichi d'India è molto bella ma, sotto il sole, sembra non terminare mai. Nella foto sotto a destra si vede la contrada Tonna che è un altro dei centri abitati dell'isola di Alicudi ma anche lungo la scalinata ci sono tante case sparse.
Percorrendo queste mulattiere si capisce come le persone che vivono qui debbano avere buone gambe perché per raggiungere il porto è necessario camminare parecchio.
Dopo essere salita su tutte le vette della altre isole delle Eolie mi sono tolta la soddisfazione di essere salita anche su quella di Alicudi e consiglio questo percorso ad anello per la bellezza dei panorami.
Mi avevano detto che fosse molto impegnativo mentre l'ho trovato di media difficoltà ma i bastoncini mi sono stati d'aiuto nelle salite e discese per non sollecitare troppo le ginocchia.
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