I dintorni di Rapallo, in Liguria, offrono numerosi sentieri che conducono a punti panoramici e a suggestivi luoghi di culto. Tra questi spiccano il Santuario di Nostra Signora di Caravaggio, immerso nel verde, e il monastero di Valle Christi, un affascinante complesso in rovina che conserva tutto il fascino del passato.
Un'ottima idea è combinare entrambe le visite in un itinerario ad anello con partenza da Rapallo, perfetto per un'escursione tra storia e natura.
Escursione ad anello a Rapallo
Per abbreviare il percorso, è possibile partire da Ruta di Camogli, un crocevia di sentieri che conducono al Parco di Portofino. Questa località è raggiungibile in diversi modi:
- In auto, tenendo presente che al termine dell'escursione sarà necessario tornare a riprenderla.
- A piedi, salendo da Camogli per un tratto panoramico.
- In autobus, con la linea 775 che parte dalla piazza antistante la stazione ferroviaria di Rapallo e rappresenta un'ottima soluzione per chi desidera percorrere un itinerario ad anello.
Prima di mettersi in cammino, vale la pena fermarsi ad ammirare lo spettacolare panorama su Camogli e il Golfo Paradiso. Se si parte in primavera, in lontananza si possono ancora scorgere le Alpi Marittime innevate, creando un contrasto suggestivo tra mare e montagna.
Proseguendo lungo il percorso, numerosi punti panoramici regalano viste mozzafiato su Recco e il litorale, fino a spingersi verso Genova, città che ho avuto il piacere di esplorare in tanti altri itinerari raccontati sul blog.
Da Ruta di Camogli si segue il sentiero contrassegnato con due cerchi che conduce al Colle Caprile e coincide con la Via del Mare, un percorso in nove tappe che arriva fino a Piacenza
Itinerario: Ruta (265 m) - Santuario di Caravaggio – Valle Christi (Rapallo)Sentiero: 00 - senza numero - - 00 - strada
Lunghezza: circa 8,3 km
Difficoltà: E (traccia su Wikiloc)
Tempo: circa 4 ore
Dislivello: quota max 594 m s.l.m.
Il primo punto d'interesse lungo il cammino è la chiesa di San Michele Arcangelo, conosciuta anche come la Millenaria. Costruita lungo l'antica strada di Bana, fu già nel 1191 un luogo di accoglienza per i viandanti. La sua particolare pianta trapezoidale la rende unica, e documenti della Curia genovese la citano sin dal 1143 come dipendenza della Pieve di Camogli.
Purtroppo, trovandola chiusa, ho proseguito lungo il sentiero che s'inoltra in un bosco misto, tra uliveti e le prime fioriture primaverili: gigli, euforbie, orchidee e delicate primule colorano il cammino.
Lasciando alle spalle alcune deviazioni, si procede senza difficoltà fino a un primo crocevia, dove il sentiero, correndo lungo il crinale, regala splendidi punti panoramici.
Raggiunto il crocevia ai Piani di Cren, si aggira il Monte Ampola sul versante sinistro. Questo tratto risulta leggermente più impegnativo: il sentiero si restringe e, in alcuni punti, si possono trovare alberi caduti che richiedono un po' di attenzione nel superamento.
Il sentiero conduce alle piane di Caravaggio, un ampio pianoro erboso ideale per una sosta panoramica. Da qui si può ammirare Rapallo dall'alto, mentre di fronte svetta il Monte Orsena sulla cui sommità s'intravede il Santuario di Nostra Signora di Caravaggio.
La via più diretta per raggiungere il santuario è una scalinata ripida e priva di indicazione che s'incontra poco dopo. In alternativa, si può proseguire lungo il sentiero principale e salire dall'altro versante, ma in ogni caso la salita è inevitabile!
Dopo circa un'ora e 40 minuti di cammino, si arriva alla chiesa da cui si gode di una splendida vista panoramica. Per un colpo d'occhio ancora migliore, consiglio di salire sulla piattaforma di atterraggio degli elicotteri, che offre una visuale più ampia.
Guardando a destra del santuario, si scorge il Manico del Lume, la montagna più alta della zona, che ho raggiunto tempo fa con una bellissima escursione dal Santuario di Montallegro.
Il santuario di Nostra Signora di Caravaggio ha una storia piuttosto travagliata. Inizialmente costruito come cappella a metà del '600, venne ampliato nel secolo successivo, ma contrasti con le comunità parrocchiali legate al Santuario di Montallegro portarono alla sua demolizione.
Nel 1838 si decise di ricostruirlo, e nel 1927 fu ulteriormente ampliato. Testimonianza di quell'epoca è un macinapietre, utilizzato per la costruzione dell'edificio. Gli interni sono decorati con affreschi dallo stile naïf, realizzati nel 1990 dal pittore Pietro Delfitto.
Per completare un itinerario ad anello, si può scendere lungo il sentiero contrassegnato con una linea e due pallini rossi. Il primo tratto è una lunga scalinata che conduce a un'altra piattaforma di atterraggio per elicotteri, offrendo un'ultima occasione per ammirare il panorama dall'alto.
Proseguendo nel bosco misto, il cammino alterna tratti pianeggianti e discese, passando accanto a piccoli bozzi d'acqua, utilizzati dagli ungulati per abbeverarsi. Dopo un po', si arriva a un bivio:
- Proseguendo dritti, si scende verso San Pietro di Novella.
- Svoltando a destra, si prende il sentiero per Santa Maria in Campo.
Optando per quest'ultimo, si segue l'antica mulattiera di Spotà che attraversa un fitto bosco di castagni e tratti delimitati da muretti a secco, testimoni di un passato rurale ancora visibile.
Poco dopo, il sentiero si addentra tra le prime abitazioni e si prosegue su un mix di asfalto e scalinate, che permettono di accorciare il tragitto rispetto alla strada carrabile.
Superata l'autostrada, si arriva alla periferia di Rapallo, in località Santa Maria del Campo, dove il sentiero termina. Mettete in conto circa un'ora di cammino per completare la discesa.
Una volta giunti a Santa Maria del Campo, vale la pena fare una breve deviazione di circa dieci minuti per visitare il suggestivo Monastero di Valle Christi, situato nella valle di San Massimo.
Questo affascinante complesso monastico, oggi in rovina, conserva ancora la sua imponente architettura gotica cistercense, caratterizzata da un alto campanile cuspidato decorato con trifore e archetti.
Fondato nel 1204 per volontà della nobildonna Altilia Malfanti, il monastero di Santa Maria nacque come luogo di ritiro spirituale dopo la morte del marito. Per circa tre secoli, la vita monastica prosperò, finché il complesso passò alle suore clarisse. Tuttavia, il sito fu considerato insalubre, e le religiose chiesero di essere trasferite.
Nel 1568, una bolla papale di Pio V decretò la sconsacrazione del monastero che fu poi abbandonato e convertito ad uso abitativo e agricolo. Nel XIX secolo subì numerosi saccheggi, con la rimozione di marmi e pietre. Solo all'inizio del '900 venne riconosciuto come monumento nazionale.
Oggi, l'antico monastero si trasforma in un palcoscenico a cielo aperto, ospitando spettacoli teatrali e musicali nelle serate estive.
L'area del monastero, considerata parco urbano, è accessibile quando vige l'ora solare dalle 9.00 alle 17.00 e nel restante periodo dell'anno dalle 9.00 alle 18.30.
Per tornare alla stazione ferroviaria di Rapallo, situata nel centro storico, bisogna percorrere circa due chilometri lungo strade secondarie, completando così un'escursione che unisce natura, storia e cultura.
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