L'escursione in quota lungo il sentiero Cieloronda è un percorso ad anello che inizia dalla Cima Lago Nero dove si arriva con la cabinovia Corno del Renon.
Ho programmato questo trekking, nonostante le condizioni instabili del meteo, ritenendolo semplice per me, rispetto ad altri con maggior dislivello.
Il tempo è stato clemente e mi sono goduta la camminata tra malghe e boschi di questa zona dell'Alto Adige.
Panchina sul sentiero 2A |
Il sentiero Cieloronda verso il Corno del Renon
Per arrivare alla Cima Lago Nero si prende la cabinovia che parte dalla stazione a valle Tre Vie dove si arriva da Bolzano in auto oppure con i bus, facendo coincidenza in località Collalbo.
Il sito dei trasporti locali è molto utile per verificare gli orari e le fermate, i biglietti si possono acquistare anche tramite l'app.
Chi è in possesso della Ritten Card, Bolzano Card oppure Klausen Card può fare ogni giorno un viaggio gratuito di andata e ritorno in cabinovia, altrimenti il costo per gli adulti è di 18 €. La cabinovia a otto posti nei mesi estivi è in funzione dalle 9.00 alle 17.30.
La card, che consente anche di usufruire gratuitamente dei bus, viene rilasciata direttamente dall'hotel presso il quale si può prenotare il soggiorno.
Rifugio Cima Lago Nero |
Itinerario: Cima Lago Nero (2.062 m) - Corno di Sotto - Corno del Renon - Cima Lago Nero
Sentieri: 19 - 1 - 15 - 4 - 2 - 2A - 1 - 19
Lunghezza: circa 15,5 km (traccia su Wikiloc)
Difficoltà: E
Tempo: circa 5 ore (escluse le soste)
Dislivello: quota max 2.261 m s.l.m.
Arrivati alla stazione a monte della cabinovia in località Cima Lago Nero, dove si trova il rifugio Schwarzseespitze, si possono percorrere diversi sentieri.
Per seguire il Cieloronda, in tedesco Südtiroler Himmelstour, si cammina sulla strada forestale, contrassegnata col numero 19, per arrivare in quindici minuti al rifugio Corno di Sotto.
Guardando verso l'alto si vede il rifugio Corno del Renon dove si può arrivare proseguendo sul facile sterrato, ma, volendo compiere un giro più lungo, mi sono incamminata sul sentiero 15 che passa accanto a una cappella. Il Cieloronda qui è uno stretto percorso che passa tra boschi e alpeggi offrendo meravigliose vedute di queste montagne.
Lungo il percorso si trovano pannelli illustrativi che raccontano come qui siano presenti il pino mugo, un arbusto molto resistente alle intemperie e con un legno duro e profumato, e il pino cembro che, rispetto alle altre specie, ha cinque aghi e un legno molto pregiato. Le due tipologie sono molto differenti in quanto il primo è un albero basso, mentre il secondo può arrivare ai 25 metri di altezza.
Il sentiero Cieloronda ha proprio come segnaletica un cartello giallo con raffigurata una pigna.
Proseguendo si scende nella pineta per ritrovare una strada forestale, per poi attraversare un ponte in legno e salire verso l'Alpe di Barbiano dove si trova la distilleria di olio di pino di mugo.
In questa zona si passa negli alpeggi dove si devono aprire e chiudere i cancelletti in legno, ma durante la giornata non ho visto bestiame al pascolo.
Dopo circa un'ora e venti di cammino dalla partenza si lascia il sentiero 15 per proseguire sul numero 4 che risale attraversando boschi e prati, a volte un poco fangosi.
La segnaletica sempre presente |
Si ritorna verso il torrente per riattraversarlo su un altro ponte in legno più a monte. Il tracciato è sempre facile e senza eccessive pendenze, ma dipende sempre dalle condizioni meteo perché in caso di pioggia potrebbe diventare impraticabile.
Infatti, una volta lasciato il bosco ho iniziato a camminare tra i prati dove scendeva molta acqua che aveva reso il fondo fangoso e, in un punto, simile a un acquitrino.
In questa zona si ammirano bellissime fioriture di tanti colori che ravvivano il manto erboso e, guardando in alto, si vede la sagoma del rifugio che appare ancora molto lontano.
Il sentiero prosegue sempre in salita tra alberi radi su un tracciato che, a inizio giugno, presentava ancora dei nevai, ma niente di difficile se si cammina con gli scarponi da trekking in goretex, utili in ogni stagione.
Salendo s'incontrano alcuni punti panoramici dove sono state posizionate delle panche in legno che invogliano a fare una sosta per godere della bellezza dell'Alto Adige. Quello che si vede nella foto sotto, dietro di me, è il massiccio del gruppo dell'Odle.
L'ultima parte del sentiero numero 4 è più ripido e passa tra sfasciumi di pietre e roccette, ma rimane semplice per chi è abituato a camminare in montagna. Proprio sotto il rifugio persistevano dei cumuli di neve che spiccavano tra le rocce grigie, la terra bruna e i bassi cespugli.
In circa due ore e 40 dalla partenza sono arrivata sulla vetta del Corno del Renon, un pianoro dove si erge il rifugio Rittnerhornhaus.
Da qui si ammira il panorama a 360° sull'Odle, la Valle dell'Isarco, il Passo Gardena, il massiccio dello Sciliar, il gruppo del Catinaccio, dove ho fatto un'altra bella escursione, e sul Sasso Lungo, solo per citare alcune delle montagne che sono indicate da pannelli posti in vetta per agevolare chi desidera dare un nome a ciò che sta osservando.
Il rifugio ha una spaziosa terrazza solarium e chi viene, anche solo a fare una passeggiata, può fermarsi a lungo per godersi lo spettacolo offerto dalla vetta del Corno del Renon.
Dovendo terminare il giro ad anello, ho proseguito sullo sterrato a destra che passa accanto ad alcune malghe e che viene indicato col numero 2.
La prima parte è molto facile, poi il sentiero inizia a scendere tra prati alpini passando sotto il Monte del Riposo. Per la conformazione del terreno questo è un tratto da fare con attenzione guardando dove si mettono i piedi, per il rischio di trovare delle buche.
Arrivati a un bivio, si svolta a sinistra per scendere ancora lungo il sentiero 2A che s'inoltra nel bosco di pini incontrano abbeveratoi scavati nei tronchi e torrenti in un scenario da favola.
Visto che si è scesi parecchio, ora non resta che risalire per tornare al punto di partenza!
Attraversato un ultimo guado tra lisce rocce rossastre, inizia la salita nel bosco che in breve tempo riporta negli alpeggi e a ritrovare la strada sterrata dove si cammina più speditamente.
Si raggiunge in poco tempo la zona del rifugio Corno di Sotto, dove si trova anche un'area giochi per bimbi, e si prosegue sul sentiero numero 19 per tornare alla stazione della cabinovia Cima Lago Nero.
Giochi per bimbi sul sentiero 19 |
In realtà, il ritorno si dovrebbe fare sul sentiero panoramico che conduce alla tavola rotonda, ma, volendo prendere il bus per tornare a Bolzano per visitare la città, sono passata sulla via più breve già appagata dalla bella escursione panoramica sul Corno del Renon.
Accanto al rifugio ho incontrato alcune pecore al pascolo, incuranti delle persone che le stavano osservando, sotto un cielo plumbeo che faceva presagire pioggia.
Il Cieloronda è percorso semplice per chi è abituato ai sentieri di montagna, confesso però che mi abbia un poco deluso la monotonia di alcune parti con un susseguirsi di boschi che sembravano tutti uguali.
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