1 agosto 2023

Escursione: Passo di Costalunga - rifugio Fronza - lago di Carezza

Nel mio viaggio a Bolzano volevo fare alcune escursioni in montagna e perciò ho cercato un itinerario che mi permettesse di ammirare splendidi panorami.

Mi avevano consigliato la Val d'Ega e così ho pensato a un percorso ad anello che avesse come punto di arrivo e di partenza località collegate dai bus.

La mia scelta è ricaduta su un'escursione che iniziava al Passo Costalunga e, seguendo diversi sentieri, giungeva al lago di Carezza.


Escursione: Passo Costalunga - rifugio Fronza - lago Carezza
Veduta del gruppo del Catinaccio


Trekking dal Passo Costalunga al lago di Carezza

Alla fine non ho seguito il percorso che avevo scaricato trovando in loco altre indicazioni che mi hanno fatto risparmiare parecchia strada. Chi volesse seguire il mio itinerario ho caricato il tracciato su Wikiloc che è un sito che uso spesso per trovare idee per le escursioni.

Itinerario: Passo di Carezza - Rifugio Fronza alle Coronelle - Lago di Carezza
Sentieri: 552 - 552 (549) - 1 - 15 - 16 - 6
Lunghezza: circa 13,8 km
Difficoltà: E
Tempo: circa 5 ore (escluse le soste)
Dislivello: quota max 2.337 m s.l.m.


panorama sentiero passo costalunga rifugio paolina

Di prima mattina sono partita dal Passo Costalunga, situato a quota 1.752 metri seguendo il sentiero 552 che qui coincide con l'1A. Siamo in una delle zone delle Dolomiti entrate a far parte dei siti UNESCO per la sua importanza geomorfologica data la varietà di formazioni che si sono costituite in diversi periodi geologici.


sentiero passo costalunga

Dopo poco si lasciano i prati per addentrarsi in un bosco di conifere su un percorso sempre ottimamente segnato, ma in alcuni punti si deve fare attenzione alle radici degli alberi che invadono il sentiero.

Il fondo cambia e diventa sassoso e, passando accanto alla seggiovia, si giunge al rifugio Paolina dopo circa un'ora di cammino.


seggiovia rifugio paolina

Qui siamo a quota 2.125 metri di altitudine e il panorama sulla verde vallata con i laghetti e, alle spalle la catena del Latemar, è stupendo.

Per risparmiare tempo si può salire con la seggiovia e poi fare un giro più lungo rispetto a quello che ho percorso, ad esempio andando verso il rifugio Roda di Vael e alla Baita Pedariva e poi con altri sentieri più impegnativi arrivare comunque al rifugio Fronza alle Coronelle. Trovate tutte le informazioni sugli impianti di risalita della zona di Carezza, gli orari e le tariffe sul sito ufficiale.


sentiero vicino rifugio paolina
Le montagne dietro il rifugio

Io ho proseguito sul sentiero 552, che passa a mezza costa sotto le montagne del gruppo del Catinaccio, iniziando a osservare la tipica stratigrafia delle rocce risalenti al periodo triassico.

A inizio giugno qui c'era ancora neve e quella sciolta, assieme alle piogge, avevano formato parecchio fango nei punti dove scorrono le acque dall'alto della montagna.

Il sentiero alterna parti più ampie ad altre strette, ma non è mai esposto, e l'unica difficoltà può essere data da neve, ghiaccio e fango per cui è bene camminare senza fretta e aiutandosi coi bastoncini come ho consigliato più volte.


cascata sentiero paolina coronelle

Vista la presenza di molte famiglie con bambini piccoli si capisce come il percorso oggettivamente non sia difficile. Trovo che sia molto bello che i genitori trasmettano ai figli piccoli la loro passione per la montagna così che crescano amando la natura e le bellezze che offre.


panorama sentiero paolina coronelle

Lungo il sentiero sono state posizionate molte panche in legno per fermarsi ad ammirare il panorama, cosa che si può fare se non si ha fretta. Io avrei fatto soste di continuo tanto i paesaggi erano splendidi: la verde vallata, le montagne dolomitiche del gruppo del Latemar di fronte e quelle del Catinaccio alle spalle con conformazioni rocciose sempre diverse.


panchina sentiero paolina coronelle

Lungo il sentiero s'incontrano diverse cascatelle che formano dei rigagnoli che scendono verso valle, tratti con roccette e radi alberi e altri con pietrisco e, a inizio giugno, neve ghiacciata. Non conoscendo la zona non saprei se nei mesi invernali questo sentiero possa essere percorso, in quel caso forse si dovrebbe tenere conto del pericolo di caduta di crostoni di neve e ghiaccio dall'alto.


sentiero fronza coronelle

Al bivio col percorso che giunge dal rifugio Roda de Vael, il sentiero diventa il numero 549 e prende il nome di Hilzelsteig, ovvero sentiero del Masarè.

L'ultima ripida salita sullo sterrato con pietrisco e ghiaccio porta al rifugio Fronza alle Coronelle, a quota 2.337 metri, dove si arriva dopo circa un'ora e mezza dal rifugio Paolina, considerando numerose pause per scattare fotografie.

Al rifugio si può arrivare anche con la cabinovia König Laurin che parte dalla Malga Frommer dove si può arrivare con un'altra cabinovia da Nova Levante, in Val di Tires.


rifugio Fronza Coronelle

Dalla terrazza panoramica si vedono sotto la Val d'Ega e la Val di Tires e dall'altro lato la cima del Catinaccio, a quota 2.981 metri, che è la seconda vetta più alta del gruppo dopo il Catinaccio d'Antermola. In questa zona si può notare uno strato roccioso di conglomerato formato da ciottoli arrotondati che testimoniano come le montagne emersero dal mare e vennero poi erose dall'acqua.


veduta Cima Catinaccio
Veduta dal rifugio verso la cima

Dal rifugio Fronza alle Coronelle partono diversi sentieri come il numero 550 che porta in circa 50 minuti verso il passo delle Coronelle, a quota 2.630 metri, passando tra rocce e in punti dove sono state posizionate funi metalliche, e poi con un'altra ora e mezza di cammino al rifugio Vajolet.

Al termine di una breve pausa e dopo aver consultato la mappa dei sentieri della zona per trovare il percorso più breve per raggiungere il lago di Carezza, sono tornata sui miei passi sino al primo bivio dove sono scesa sullo sterrato molto ripido che viene indicato come sentiero numero 1.

Questo sentiero raggiunge in circa un'ora la malga Frommer, in un'ora e venti il passo Nigra e in due ore e venti Nova Levante. Come vedete le possibilità di studiare percorsi ad anello sono molteplici visto che ognuna di queste zone può essere raggiunta in auto.

Dopo un centinaio di metri la strada diventa meno pendente ed è molto piacevole camminare ammirando ancora una volta queste montagne da un'altra prospettiva.


fonte sentiero coronelle jolanda

Al primo bivio ho lasciato il sentiero 1, che era percorso da molte persone, per proseguire quasi in solitaria verso sinistra sul sentiero 15 e al bivio seguente su quello numero 16. Qui sono passata su prati fioriti, tra abbeveratoi ricavati da tronchi e paesaggi bucolici per arrivare all'albergo Jolanda dopo circa un'ora dalla partenza dal rifugio.


sentiero verso jolanda
Veduta dal sentiero 16

Attraversata la strada, ho proseguito sempre sullo stesso sentiero che diventa un largo sterrato frequentato anche da chi preferisce girare la valle in bicicletta. Ho tenuto sempre come punto di riferimento l'albergo Moseralm dove si trova la stazione a valle della seggiovia Tschein.


prati sentiero catinaccio moseralm

Questa strada è tranquilla e offre spettacolari panorami da cartolina con panche in legno sotto ad alberi o in mezzo a prati perché ovunque si sposti lo sguardo si vedono scenari incantevoli. Arrivata qui ero già contentissima di questa escursione.


panchina sentiero moseralm
Panchina in mezzo al bivio

L'ultima discesa con qualche tornante porta alla strada asfaltata sulla quale si prosegue sino a incontrare un ponte in legno sul Rio Piccolo, Pikolinbach, un affluente del fiume Ega che bagna questa splendida vallata.

Si passa sul ponticello per continuare la camminata sul sentiero 6 in direzione del lago di Carezza. Il sentiero è largo, abbastanza pianeggiante, e frequentato da parecchie persone che desiderano fare una passeggiata rilassante in mezzo alla natura.


ponte rio piccolo carezza

In circa 15 minuti si arriva al ponte sospeso che è una scorciatoia per giungere al parcheggio delle auto e subito dopo al lago di Carezza che si trova a quota 1.536 metri. Per raggiungerlo si può utilizzare il sottopassaggio dove si trovano anche i bagni pubblici.

Soffrendo di vertigini per me questo è stato l'unico punto difficile di questa escursione, ma avendo percorso i ponti tibetani in Nepal, mi sono fatta coraggio e l'ho attraversato senza guardare di sotto.


ponte sospeso lago di carezza
Il ponte sospeso

Dopo circa un'ora dall'albergo Jolanda sono arrivata così al lago, il punto finale della mia escursione in Val d'Ega.

Nel frattempo è iniziato a piovere e ciò ha reso i paesaggi cupi, un vero peccato perché questo è conosciuto come il lago dell'arcobaleno per i colori che assume rischiarato dalla luce del sole.

Avendo poco tempo ho percorso il sentiero, lungo meno di un chilometro, che fa il giro del lago per osservarlo da ogni angolazione.

In estate, quando il livello dell'acqua diminuisce, si può vedere affiorare la statua in bronzo che raffigura la ninfa Ondina protagonista di una leggenda.


lago carezza
Il Latemar alle spalle del lago

Sembra che la ninfa che viveva nel lago ammaliasse col suo canto i viandanti che salivano verso il Passo di Costalunga. Fece innamorare anche lo stregone che abitava sul monte Latemar che però non vide corrisposti i suoi sentimenti. Su consiglio della strega del Catinaccio, l'uomo prese le sembianze di un venditore di pietre preziose e costruì con queste un arcobaleno per attirarla fuori dalle acque. La cosa funzionò ma Ondina riconobbe lo stregone, fuggì e non si fece più vedere. Il mago lanciò i gioielli nel lago e ancora oggi le sue acque risplendono coi loro colori.


lago carezza

In realtà il lago è di origine glaciale ed è racchiuso da cordoni morenici scesi dal Latemar. Le sue acque sono così limpide perché arrivano dalle falde sotterranee provenienti dalla montagna e prive perciò di sedimenti rispetto a quelle formate dai torrenti. Il lago di Carezza è bello da ogni angolazione e uno dei punti che ho apprezzato è quello vicino alle conformazioni rocciose che spuntano dalle acque vicino al fitto bosco.

Da Bolzano, in circa un'ora, si raggiungono il Passo di Costalunga e il lago di Carezza col bus della linea 180 che parte dall'autostazione, vicino alla stazione ferroviaria, e ha come destinazione Vigo di Fassa. Si può scaricare l'app per controllare gli orari e acquistare i biglietti, oppure usare il sito altoadigemobilità.

Chi arriva in auto può lasciarla nel parcheggio Carezza e prendere la seggiovia Paolina, così al ritorno avrà meno strada da percorrere.

Io consiglierei di trascorrere in Val d'Ega alcuni giorni per poter percorrere altri sentieri escursionistici che offrono stupendi panorami di montagne. A tal proposito potete trovare diversi alloggi sia nel paese di Carezza che nella vicina Val di Fassa.


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