25 novembre 2025

Guida al Cammino di Oropa: tutto quello da sapere

Il Cammino di Oropa offre diversi percorsi da fare a piedi o in bicicletta, ciascuno con caratteristiche e difficoltà diverse. Ciascun tracciato è un invito a riscoprire il ritmo autentico del camminare, tra panorami alpini, antichi borghi e silenzi rigeneranti.

In questa guida racconto il Cammino di Oropa della Serra che collega Santhià al Santuario di Oropa, cuore spirituale delle Alpi e da secoli meta di pellegrinaggio.


guida cammino oropa: quando tappe dormire mangiare


Il Cammino di Oropa

Il cammino di Oropa della Serra viene consigliato a chi si approccia al mondo dei "cammini" per la brevità e i dislivelli contenuti, non è però un percorso da sottovalutare come scoprirete leggendo il mio racconto.

Gli altri percorsi che conducono al Santuario di Oropa sono: il Cammino Canavesano, l'Orientale, il Valdostano e il percorso per biciclette della CicloVia della Serra.

Tutti gli itinerari sono ben segnalati, rendendo semplice e sicura l'esperienza di viaggio in uno degli angoli più suggestivi e ricchi di fascino del Piemonte. Un viaggio lento che unisce natura, spiritualità e scoperta.


Le tappe del Cammino di Oropa

Il cammino attraversa paesaggi che cambiano passo dopo passo, tra colline moreniche, boschi e antichi borghi del Biellese e del Canavese. Un'esperienza alla portata di tutti, capace di regalare emozioni profonde a chi cerca un cammino da vivere con mente e cuore aperti.

Le frecce gialle su sfondo nero indicano la direzione verso il Santuario di Oropa, mentre quelle nere su fondo giallo segnalano il cammino di ritorno. A queste si affiancano fasce gialle con il logo del Cammino, usate come conferma del tracciato o supporto alle frecce adesive, e segnavia dipinti, con linee o frecce gialle che guidano e rassicurano lungo il percorso.


cammino oropa santhià

Il percorso può essere affrontato in 3 o 4 tappe, a seconda del tipo e del livello di allenamento. Qualcuno fa il cammino anche in una giornata, ma in questo caso si può definirlo più un trail e non un'esperienza da vivere lentamente.

Cammino in 4 tappe:

Santhià – Roppolo → 16,7 km · facile
Roppolo – Sala Biellese/Torrazzo → 17,6 km · media
Sala Biellese/Torrazzo – Santuario di Graglia → 15,7 km · media
Santuario di Graglia – Santuario di Oropa → 14,8 km · media/impegnativa

Cammino in 3 tappe:
Santhià – Magnano → 25,9 km · impegnativa
Magnano – Santuario di Graglia → 20,6 km · impegnativa
Santuario di Graglia – Santuario di Oropa → 14,8 km · impegnativa


sentiero cammino oropa

Sono due modi diversi di vivere lo stesso cammino: più lento e meditativo in quattro giornate, o più intenso e sportivo in tre.

  • Lunghezza totale: il Cammino di Oropa della Serra si snoda su una distanza di circa 65 km.
  • Durata: è consigliabile percorrere il cammino in 4 giorni per affrontarlo con maggiore tranquillità e godere appieno dei paesaggi, dei borghi storici e dei luoghi di spiritualità lungo il percorso.
  • Dislivello complessivo: il percorso presenta un dislivello positivo totale di oltre 1.960 metri in salita e di oltre 1.000 metri in discesa, per cui è così semplice come sembrerebbe guardando il numero di km giornalieri.
  • Percorso in bicicletta: Le ciclovie del Cammino di Oropa sono indicate da una segnaletica facilmente riconoscibile. Le frecce gialle su sfondo azzurro, accompagnate dal simbolo della bicicletta, guidano in direzione del Santuario di Oropa, mentre quelle azzurre su fondo giallo indicano il percorso inverso.

Le 4 tappe del cammino (registrate da me):

Tappa Distanza Tempo stimato Dislivello + Dislivello -
Santhià → Roppolo 16,7 km 4 ore e 20 min +217 m -89 m
Roppolo → Torrazzo (Sella Biellese) 17,1 km 5 ore +432 m -120 m
Torrazzo → Santuario di Graglia 15,1 km 5 ore +512 m -319 m
Santuario di Graglia → Santuario di Oropa 16,2 km 5 ore e 10 min +806 m -476 m

Le tempistiche vanno intese come ore di solo cammino alle quali vanno aggiunte le soste per le visite dei luoghi di interesse e quelle per il pranzo.



Quando fare il cammino

Il cammino può essere affrontato in tutte le stagioni, ma è importante considerare alcuni fattori. Durante i mesi invernali, le altitudini più elevate potrebbero presentare neve e ghiaccio. La nebbia già nel mese di ottobre può ostacolare la veduta dei panorami. Inoltre, le giornate più corte riducono le ore di luce disponibili, il che rende il periodo invernale meno ideale per completare l'itinerario.

Per un'esperienza ottimale, è consigliabile pianificare il cammino tra metà aprile e metà giugno, oppure nel mese di settembre, quando il clima è più mite e maggiori sono le ore di luce. Nei mesi estivi occorre tenere conto dei tratti esposti al sole, soprattutto nella prima tappa.

La primavera è la stagione ideale anche per godere appieno della bellezza delle fioriture di ogni colore, mentre l'autunno regala uno splendido foliage nelle ultime tappe quando si sale di altitudine.


sentiero d1 cammino oropa


Dove dormire e mangiare

Il cammino è nato su iniziativa del Movimento Lento e sul loro sito è possibile acquistare la SlowCard. La tessera permette di avere sconti del 10% nei ristoranti e nelle strutture ricettive, di avere una guida digitale, la credenziale gratuita e un gadget. Chi acquista la SlowCard sostiene il cammino e può decidere di farsi prenotare le strutture ricettive convenzionate, oppure di prenotarle in autonomia dopo che ha ricevuto l'elenco.

In alternativa, si può prenotare tutto in maniera indipendente. In questo caso, consiglio di farlo per tempo perché in alcune tappe gli alloggi sono pochi. Inoltre è bene prenotare anche la cena nei ristoranti in quanto anche in quel caso si potrebbe avere difficoltà a trovare un tavolo.

Nel dettaglio, alcuni suggerimenti sugli alloggi che si possono prenotare online:

  • Roppolo: La Casa del Movimento Lento è la sede dell'associazione che si occupa della promozione del Cammino e del turismo sostenibile. Qui si alloggia in camere spaziose che si affacciano sul giardino interno, perfetto per rilassarsi. Si può fare colazione nella struttura, oppure usufruire della cucina per prepararsi una bevanda calda o riscaldare qualcosa nel microonde. Qui si possono acquistare i gadget del cammino e ritirare la credenziale, prenotata in anticipo, oppure acquistarla in loco.

camera casa movimento lento roppolo

  • Torrazzo: Il b&b Il Vagabondo è ospitato in una casa tipica, accogliente e tranquilla, nel centro del paese. Le camere sono spaziose e condividono i servizi.
  • Santuario di Graglia: La foresteria del santuario è una soluzione comoda e suggestiva: dalla terrazza si apre un ampio panorama sulla vallata, anche se, durante il mio soggiorno, la foschia autunnale ne ha velato i contorni.

panorama santuario graglia

  • Santuario di Oropa: Si può soggiornare in camere semplici ma confortevoli, con il grande vantaggio di poter godere, la sera, della calma e della tranquillità che avvolge questo luogo.

cortile santuario oropa

Nel dettaglio, alcuni suggerimenti sui ristoranti:

  • Roppolo: La trattoria Tarello, a gestione familiare, propone la cucina tipica piemontese con piatti come gli agnolotti fatti in casa, il coregone del lago e per dessert il classico bonet. Vengono serviti i vini di loro produzione: bianco erbaluce e il Barbera.
  • Magnano: La locanda Borgo Antico propone piatti della cucina locale accompagnati da buone birre artigianali del birrificio Un Terzo di Candelo, premiato dall'associazione Slow Food.
  • Torrazzo: Bocciodromo della Serra è stata una sorpresa: un ottimo antipasto vegano e una zuppa di legumi calda e saporita — il modo perfetto per concludere la giornata di cammino. Si può anche gustare un'ottima pizza.

cena vegana bocciodromo torrazzo

  • Santuario di Graglia: Al ristorante del santuario ho gustato la migliore cena di tutto il cammino. Porzioni generose, prezzi contenuti e un'accoglienza cordiale. È consigliabile segnalare in anticipo eventuali esigenze alimentari. Ho gustato ottimi antipasti, le barchette di patate, un risotto ai funghi preparato per me senza formaggio e, per concludere, un sorbetto fresco. Il menù è a prezzo fisso, per cui il locale è perfetto anche per i viaggiatori di passaggio.

cena ristorante graglia

  • Santuario di Oropa: Al ristorante Croce Bianca ho concordato in anticipo un menù vegano. Il locale è rinomato per la sua polenta concia che ho gustato in versione vegetale, arricchita da verdure fresche e saporite. Il tutto accompagnato da uno squisito vino bianco locale.

Cosa portare nel cammino

Come in ogni cammino, è fondamentale partire con l'essenziale per evitare di appesantirsi troppo. Ecco gli oggetti indispensabili da portare con sé:

Per chi cerca consigli su abbigliamento e accessori, nello shop di Amazon trova molti degli accessori che utilizzo durante i miei trekking, mentre altri si trovano sullo shop di Decathlon dove è comodo utilizzare l'opzione di acquisto online e ritiro in negozio.


sentiero D1 cammino oropa


Servizi lungo il cammino

Una delle informazioni più utili quando si prenota un cammino riguarda la disponibilità di bar e ristoranti lungo il percorso, in modo da non doversi portare troppe cose nello zaino.

Nei paesi è possibile trovare fontanelle dove riempire la borraccia (Cavaglià, Roppolo, Zimone, Magnano, Torrazzo, Sala Biellese, Campiglie, Santuario di Graglia, Sordevolo, Favaro), ma ci sono tratti molto lunghi senza possibilità di trovare nulla.

Si trovano poche aree di sosta con panchine e tavoli, perciò considerate di fare la sosta in uno dei paesi attraversati. Nella foto sotto sono nell'area relax poco dopo Santhià.


area sosta cammino santhià
Area sosta dopo Santhià

Si possono trovare negozi di alimentari per rifornirsi di cibo in alcuni borghi: Santhià, Cavaglià, Roppolo, Zimone, Torrazzo, Sala Biellese, Donato, Santuario di Graglia, Sordevolo, Santuario di Oropa. A Netro e Favaro bisogna percorrere un po' di strada per raggiungere l'alimentari. Tenete presente che la domenica quasi sempre sono chiusi.



Santhià - Roppolo

Davanti alla stazione ferroviaria di Santhià ha inizio il Cammino di Oropa. I primi passi scorrono lungo un tratto della Via Francigena, uno dei percorsi più antichi d'Europa. Non è raro, quindi, incrociare altri pellegrini — diretti nella direzione opposta — con cui ci si scambia un saluto, un sorriso, un incoraggiamento.

Avevo già camminato lungo la Francigena, nel suo tratto toscano, e ritrovare ora quei segnali e quelle atmosfere mi ha dato un senso familiare.

Attraversando Santhià, il cammino passa per il centro storico: qui si affacciano il municipio, ospitato in un elegante palazzo settecentesco, e il Duomo di Sant'Agata. La chiesa, in stile neoclassico, accoglie con il suo pronao sorretto da sei colonne e gli affreschi che decorano volte e pareti.

Il cammino lascia presto alle spalle le case di Santhià per distendersi nella pianura vercellese, tra campi di soia e distese di risaie, asciutte dopo l'estate. Nei mesi più caldi il sole picchia forte: meglio coprirsi il capo e portare con sé una buona scorta d'acqua.


cammino oropa risaie santhià

Dopo aver attraversato uno dei tanti canali di irrigazione, si raggiunge una piccola area sosta accanto a una cascina. È il luogo ideale per fermarsi un momento, respirare, e godersi il silenzio interrotto solo dal fruscio del vento.

Poco più avanti il percorso devia per superare l'autostrada: un tratto un po' più lungo, ma necessario per ritrovare la quiete dei campi. (Andando fuori dal percorso si può attraversare un campo per abbreviare)

Lasciata la provincia di Vercelli, il cammino entra in quella di Biella e raggiunge Cavaglià. L'ingresso nel paese segna un cambio di paesaggio: i campi lasciano spazio a colline più morbide.

All'inizio dell'abitato appare il Castello Rondolino, costruito nei primi del Novecento da un avvocato appassionato di storia che volle farlo somigliare a un maniero medievale. Con la sua pianta quadrangolare, la torre esagonale e la corte colonica, il castello sembra uscito da un'altra epoca, anche se oggi, essendo di proprietà privata, non è visitabile.


castello Rondolino cavaglià

In paese vale la pena fermarsi qualche minuto — magari per un caffè o una bibita in uno dei bar del centro — prima di rimettersi in cammino verso la meta finale.

A Cavaglià si passa davanti a Villa Salino, un'elegante dimora che appartenne al generale Pietro Giovanni Salino, ufficiale dell'epoca risorgimentale. Oggi l'edificio ospita un punto informativo dedicato ai camminatori diretti a Oropa o lungo la Via Francigena, dove è possibile fermarsi per timbrare la credenziale.

Addentrandosi nel centro storico si raggiunge la chiesa di San Michele, costruita alla fine del Settecento sopra una precedente chiesa quattrocentesca, della quale resta soltanto il campanile — un dettaglio che spicca per le proporzioni un po' insolite. L'interno è sorprendentemente maestoso: sei cappelle in marmo striato di Carrara, forse progettate da Alessandro Antonelli, e una pavimentazione in lastre policrome di Barge che cattura la luce del giorno. Meritano uno sguardo la fonte battesimale e il coro ligneo, opera di Pietro Termine, proveniente dalla parrocchia di Andorno.


chiesa San Michele Cavaglià

Sulla piazza, la casa parrocchiale conserva un curioso dettaglio: dopo un recente restauro è riemerso sul muro lo stemma araldico con un cavallo rampante e il motto "Non metu sed vi" — "non con la paura, ma con la forza".

Superato Cavaglià, il paesaggio cambia volto: il sentiero si fa più dolce e s'inoltra in un tratto agreste, tra campi e filari, fino a raggiungere il Bosco di Elfo Ugo. Qui, tra tronchi cavi e rami intrecciati, compaiono piccole casette di legno abitate — si dice — da gnomi e folletti. È un luogo incantato, dove fermarsi un momento per ascoltare il silenzio e respirare, dopo tanto sole, l'aria fresca del bosco.


bosco elfi Roppolo

Da qui il cammino riprende in salita, fino a toccare il punto più elevato della tappa, per poi scendere verso Roppolo. Il paese è dominato dal suo castello, una sagoma imponente che veglia sul paesaggio.

Il castello di Roppolo sorge maestoso su uno sperone che domina il lago di Viverone che al tramonto si lascia solo intuire nei riflessi del sole calante. Fu costruito intorno all'anno Mille, probabilmente dai Conti di Cavaglià, e conserva ancora l'imponente torrione medievale. Nei secoli seguenti venne ampliato e più volte conteso tra famiglie potenti, attratte dalla sua posizione strategica sul lago e lungo la Via Francigena.

Oggi, pur essendo di proprietà privata, il castello mantiene intatto il fascino dei suoi ambienti storici. Intorno a queste mura circolano numerose leggende, come quella inquietante del "cavaliere murato vivo".


castello Roppolo

Accanto al castello si trova la chiesa di San Michele, edificata nei primi del Seicento sul luogo di una cappella romanica già citata nel XII secolo, un tempo luogo di culto del maniero. La facciata semplice, con la finestra cieca e il campanile a vela, nasconde un interno che custodisce la reliquia del capo di San Vitale, venerata da secoli. Insieme al castello, forma un complesso di grande fascino e valore storico.

Mentre ero seduta ad ammirare il panorama, un cordiale signore del posto mi ha raccontato con nostalgia i suoi ricordi d'infanzia legati al borgo, quando le stradine erano ancora percorse da carri e le strade erano animate da bambini intenti a giocare.

Nel centro di Roppolo si incontrano altri edifici storici e la chiesa di Santa Maria del Rosario, costruita alla fine del Settecento, quando il paese divenne parrocchia autonoma. Il campanile neoclassico dell'Ottocento svetta elegante, come un faro per chi arriva a piedi lungo il cammino.


campanile chiesa Roppolo

In questa giornata si percorrono strade asfaltate e bianche; l'altitudine massima è di 386 metri s.l.m. e, per chi è abituato ai cammini, il percorso può essere considerato molto semplice. Trovate la traccia su Wikiloc.


Roppolo - Torrazzo

La seconda tappa del Cammino di Oropa si snoda tra le dolci colline boscose della Serra d'Ivrea, un tratto dell'anfiteatro morenico più grande d'Europa. È un paesaggio che cambia passo dopo passo: il verde dei boschi si alterna ai panorami aperti sulle valli.

Si parte da Roppolo dove il percorso attraversa vie tranquille costeggiate da antiche dimore e da una cappella legata alla storia di Emilia de' Bichieri. Nobildonna del XIII secolo, fondò il monastero di Santa Margherita a Vercelli e scelse la vita monastica, tanto da essere poi venerata come beata.

Da Roppolo si può anche scegliere una variante che scende verso il lago, allungando un po' il percorso.

Il tracciato principale sale dolcemente tra campi e prati, dove tre imponenti castagni secolari fanno da guardiani del cammino. Le loro dimensioni sono impressionanti: tronchi con circonferenze che superano i quattro metri e un'età stimata tra i 165 e i 300 anni. Camminare accanto a loro dà la sensazione di attraversare il tempo.


castagno secolare salita ricetto viverone

Poco più avanti, il paesaggio cambia: i campi di kiwi si allungano ordinati sulle colline. Qui ho avuto un incontro fugace con una lepre, sbucata tra i filari e sparita in un balzo, lasciandomi il sorriso di chi sa di essere ospite, non padrone, di questi luoghi.

La salita porta al Ricetto di Viverone, un piccolo borgo fortificato che domina il lago e l'intero anfiteatro morenico, ma quella mattina, il panorama era avvolto da una foschia sottile.


veduta lago Viverone

L'antico castello venne trasformato in ricetto popolare all'inizio del Quattrocento, rialzando artificiosamente il terreno, ed era formato da strutture a un piano con celle in pietra nel seminterrato. Del precedente castello signorile restano visibili la muraglia vicino all'ingresso e la torre merlata che testimoniano una storia lunga e affascinante che meriterebbe, forse, una tutela più attenta e rispettosa da parte di chi amministra questi luoghi.

Qui si trova l'oratorio di San Giovanni Battista, del XII secolo, che conserva affreschi del Cinquecento di scuola vercellese: al centro una Crocifissione e un'Annunciazione e ai lati San Giovanni Battista con il committente.


oratorio ricetto Viverone

Proseguendo si incontra la Big Bench n.187 dalla quale si gode una splendida vista sul lago di Viverone, spesso avvolto da una suggestiva nebbia mattutina.


bib bench viverone

Si arriva così a Zimone dove si trova l'Ecomuseo "Storie di carri e carradori", ospitato nell'ex chiesa di San Rocco, dove si racconta la tradizione artigianale locale legata alla costruzione dei carri a trazione animale, un tempo fondamentali per la vita e il lavoro nelle campagne.

Il museo è aperto la domenica, da luglio a metà ottobre, con orario 10.00–12.00 e 15.00–18.00.


ecomuseo zimone

Da qui inizia una ripida salita, e proprio quando il fiato si fa corto, una scritta incoraggiante regala un sorriso: «Quando le tue gambe sono stanche, cammina con il cuore.» Poco più avanti, una piccola panca di pallet invita a fermarsi: è il punto perfetto per una pausa con vista panoramica sul paese che si è lasciato alle spalle.

Il sentiero si inoltra poi sotto l'ombra dei castagni, fino a raggiungere il Monastero di Bose — un luogo di pace e di serenità, percepibile già da lontano dove è possibile timbrare la credenziale del pellegrino. Il complesso monastico è semplice e accanto si trova una piccola vendita di verdure fresche, coltivate direttamente dai membri della comunità. Bose è infatti abitata da monaci e monache di diverse chiese cristiane che vivono insieme cercando Dio nell'obbedienza al Vangelo, nella comunione fraterna e nel celibato.


monastero Bose

Poco più avanti, il cammino conduce alla chiesa duecentesca di San Secondo che si erge solitaria in una grande radura, appena oltre il crinale della Serra Morenica di Ivrea.


chiesa San Secondo Magnano

Da qui il cammino sale verso il Ricetto di Magnano sul primo "vero" sentiero incontrato dalla partenza da Santhià. Si attraversa una zona umida, dove il terreno profuma di muschio e non è raro scorgere funghi di ogni forma e colore spuntare tra le foglie.

Il Ricetto domina il borgo con la sua struttura compatta che ne rivela l'antica funzione difensiva. Costruito agli inizi del Duecento si compone di strade lunghe e strette sulle quali si affacciano abitazioni a due piani. Si entra attraverso una porta-torrione, oltre la quale si apre una terrazza panoramica con una vista magnifica sulle Alpi biellesi e valdostane — un colpo d'occhio che da solo ripaga la fatica della salita.


porta torre ricetto magnano

Poco più avanti si incontra la Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista: la sua facciata, nei toni caldi dell'ocra e del rosso, è impreziosita da un affresco che raffigura la Madonna col Bambino affiancata da due santi.


Chiesa San Giovanni Battista Magnano

Nel centro del paese si trova una colonnina verde per la manutenzione delle biciclette, molto utile ai cicloturisti: oltre agli attrezzi di base, consente anche la ricarica delle batterie. Strutture simili si incontreranno anche nelle tappe successive del cammino.

Magnano è anche il luogo ideale per una pausa: la Locanda Borgo Antico offre una sosta accogliente, perfetta per il pranzo e per ricaricare le energie prima di riprendere il cammino.

Il sentiero prosegue in costante salita tra tratti ombrosi immersi in un bosco misto, dove il silenzio è rotto solo dal fruscio delle foglie e dal profumo di terra umida. Non manca di scorgere i doni dell'autunno: castagne e funghi, frutti di una terra generosa.


bosco magnano torrazzo

Raggiunto il punto più elevato di oggi, si ridiscende verso Torrazzo, piccolo borgo adagiato tra le colline della Serra. All'ingresso del paese si può fermarsi al Camping della Serra per timbrare la credenziale del pellegrino, altrimenti si deve andare al negozio di alimentari in centro.

Nel cuore di Torrazzo si erge la Chiesa dell'Assunta, edificata intorno al 1500, probabilmente in sostituzione di un oratorio più antico costruito — si racconta — sui resti di un tempio pagano. Passeggiando tra le vie, colpiscono le opere di street art che colorano muri e facciate, dando al borgo un'aria vivace e contemporanea.


chiesa assunta Torrazzo

Da qui il Cammino di Oropa si biforca: chi pernotta a Sala Biellese prosegue dritto, mentre chi decide di fermarsi a Torrazzo riprenderà il percorso l'indomani dalla strada di fronte alla chiesa.


street art Torrazzo

In questa giornata si cammina per circa 17 chilometri per la maggior parte su strade sterrate che passano in boschi. Il punto più elevato che si raggiunge è di 639 m s.l.m. e trovate la traccia su Wikiloc.



Torrazzo - Santuario di Graglia

Lasciato alle spalle il borgo di Torrazzo, con i suoi tipici cascinali che raccontano la vita contadina di un tempo, il cammino si inoltra lungo una variante immersa in un bosco silenzioso e suggestivo.

I segnavia non sempre risultano evidenti, perciò è consigliabile scaricare la traccia GPX per orientarsi con sicurezza lungo il percorso. Infatti, non vedendo un segnavia alla fine del paese, ho percorso un tracciato leggermente differente che mi ha condotto allo stagno di Prè che, nei mesi autunnali, tende a prosciugarsi quasi del tutto, lasciando spazio a una radura tranquilla. Da qui si continua fino al laghetto di Cossavella, dove si ritrova il tracciato ufficiale proveniente da Sala Biellese.


laghetto Cossavella Sala Biellese

Il percorso prosegue lungo la strada provinciale — siamo ora per un breve tratto in provincia di Torino — per poi scendere nuovamente nel bosco, ricco di funghi e profumi di sottobosco.

Si raggiunge Donato, un borgo raccolto e affascinante, famoso per le sue numerose fontane che punteggiano vicoli e piazzette, regalando un sottofondo costante di acqua che scorre.


cammino oropa Donato

Ad accogliere i camminatori c'è una piccola sorpresa: un museo minimo delle pietre della Serra. Qui ogni masso racconta una storia antichissima: la Serra d'Ivrea, che si estende per oltre venti chilometri da Donato a Cavaglià, è infatti la più grande morena d'Europa, formata da enormi blocchi erratici trasportati milioni di anni fa dai ghiacciai della Val d'Aosta. Il muro che circonda il giardino, costruito con cura dal proprietario, è un vero monumento alla memoria della pietra, simbolo della forza e della pazienza della natura.

Proseguendo lungo la salita si entra nel cuore del paese, passando accanto al settecentesco oratorio dei Santi Bernardo e Grato e al municipio, tra case in pietra e balconi fioriti.

Purtroppo ho trovato il bar del paese chiuso per ferie, e così niente timbro sulla credenziale: un piccolo contrattempo che fa parte del cammino, da accogliere con un sorriso.

Si continua allora verso la frazione di Casale, dove si erge l'elegante oratorio di San Rocco. Le sue mura custodiscono splendidi affreschi, quasi sconosciuti e misteriosi, di cui non si trova traccia online: un tesoro nascosto, visibile solo a chi passa di qui a piedi, con il passo lento e lo sguardo attento di chi sa scoprire la bellezza fuori dai circuiti più noti.


Oratorio Santi Bernardo Grato Rocco Donato
Oratorio dei Santi Bernardo e Grato e gli interni dell'oratorio di San Rocco

Il sentiero prosegue dolcemente tra boschi e pascoli, in una zona rurale, dove le antiche cascine sono ancora abitate e il ritmo quotidiano segue quello della natura. Nei prati, tra l'erba alta, spuntano in autunno mazze di tamburo in abbondanza — funghi eleganti e deliziosi che adoro cuocere alla piastra.


cascina cammino oropa

In località Pontiglia - Ceresito, una panchina a lato di un casolare invita alla sosta: il luogo perfetto per una pausa pranzo con vista sul verde. Poco più avanti, però, si scopre anche una piccola area picnic, appena sotto il tracciato, ideale per chi preferisce un momento di riposo più comodo.


località pontiglia ceresito cmamino oropa

Il percorso continua tra dolci saliscendi su asfalto e sterrato, animato da pannelli con racconti scritti dagli alunni di una scuola: brevi storie che accompagnano il cammino con la freschezza e la fantasia dei bambini.


cammino oropa percorso natura

La discesa verso Netro è accompagnata dai suoni di festa: nel giorno del mio passaggio, il paese era in fermento per l'Oktoberfest, e la musica arrivava fin lungo il sentiero, portando allegria.

Si costeggia l'area picnic Donato-Ceresito e poi si imbocca un nuovo tratto di sentiero che conduce fino alla località di Campiglie.

Qui merita la sosta Casa Fiorita, un luogo sorprendente e unico, dove la signora Amalia ha dato vita a un piccolo mondo incantato: tra i fiori, le sorprese degli ovetti Kinder, bambole, e giochi di ogni tipo creano un'atmosfera fiabesca. E naturalmente, qui si può timbrare la credenziale con la sensazione di aver scoperto un luogo speciale.


Casa Fiorita Campiglie Graglia

Gli ultimi passi scorrono veloci: ormai il Santuario di Graglia è a portata di sguardo, adagiato ai piedi del Mombarone, la montagna che segna il confine naturale tra Piemonte e Valle d'Aosta.

Il complesso si distingue per la grande chiesa barocca con altare in marmo policromo. Risalgono al seicento le annesse cappelle del Sacro Monte con affreschi e statue in terracotta che rendono il luogo un punto di riferimento spirituale per tutto il Biellese. Il santuario è dedicato alla Madonna Nera e da secoli è meta di pellegrinaggi e di camminatori in cerca di quiete.


cappelle santuario Graglia

Il percorso odierno alterna asfalto, sterrati e sentieri e trovate la traccia su Wikiloc.



Santuario di Graglia - Santuario di Oropa

L'ultima tappa del Cammino di Oropa conduce al Santuario situato a oltre 1.100 metri di altitudine.

Sono partita dal Santuario di Graglia avvolta da una leggera foschia autunnale, quella che rende la valle quasi ovattata. Il sentiero si inoltra subito tra boschi e prati, costeggiando cascinali: piccole testimonianze di vita montana che resiste al tempo.

Dopo una ripida discesa – resa insidiosa da un tappeto di foglie scivolose – si raggiunge il Ponte Ambrosetti. Fu costruito nel 1842 dagli industriali Ambrosetti per facilitare la discesa verso le fabbriche di Sordevolo, nelle quali si producevano stoffe, agli abitanti di Bagneri e delle cascine circostanti.

Il ponte in pietra sul fiume Elvo regala un passaggio suggestivo, uno di quelli che invogliano a una sosta per guardarsi intorno.


ponte Ambrosetti Sordevolo

In questo tratto il Cammino di Oropa s'intreccia con la Grande Traversata del Biellese e con il Cammino della Gran Madre: tre percorsi, ognuno con la propria segnaletica che convivono tra questi pendii.

In questa stessa zona ha inizio anche la Ferrata dell'Infernone, un'avventura perfetta per chi ama le emozioni verticali.

A Sordevolo si passa davanti al municipio e alla chiesa di Sant'Ambrogio. Le sue origini sono antiche, ma l'edificio che vediamo oggi deriva dalle ricostruzioni del Cinquecento e dagli interventi del Seicento, quando venne anche modificato l'orientamento verso l'attuale piazza. L'interno, a tre navate, conserva eleganti altari barocchi. Nel borgo si può timbrare la credenziale presso la biblioteca.

Da qui il percorso riprende in salita per raggiungere la frazione di Verdobbio dove si erge la Chiesa della Madonna delle Grazie, risalente al XVI secolo, riconoscibile per la sua bella facciata in serizzo verde di Sordevolo: una piccola perla architettonica.


chiesa madonna grazie Verdobbio Sordevolo

Il sentiero non è mai monotono: tra pascoli e boschi misti si raggiunge la Chiesa di San Barnaba, nel comune di Pollone. Risalente ai primi del Seicento, oggi l'area circostante è semplice e accogliente con panchine, tavoli e uno spazio giochi per i più piccoli.

All'interno si trovano alcuni affreschi ma, spesso, la chiesa non è visitabile.


chiesa san barnaba Pollone

Dopo la sosta pranzo si scende verso il paese in circa dieci minuti, con un passo tranquillo, e qui il percorso non concede tregua: si risale subito verso Chiavolino lungo alcune strade asfaltate piuttosto ripide, quelle salite che costringono a rallentare il passo ma che regalano anche il tempo per guardarsi intorno.

Una volta superato questo tratto, il cammino si addolcisce e lascia spazio a un sentiero quasi pianeggiante, immerso in un bosco.

Il cammino prosegue e, giunti a un bivio, ci si trova davanti a una scelta: seguire il tracciato della vecchia tranvia, più semplice e regolare, oppure optare per il percorso più impegnativo D1 che sale verso Favaro e da lì continua in direzione del Santuario. Entrambe le opzioni hanno il loro fascino, basta scegliere il passo che più si sente proprio.


bivio sentiero Oropa

La tranvia elettrica che collegava Biella a Oropa, un tracciato di circa 14 km con un notevole dislivello, restò attiva per meno di cinquant'anni. Inaugurata nel 1911 dopo soli due anni di lavori, fu sostituita dal servizio autobus nel 1958, quando effettuò la sua ultima corsa.

Scegliendo il percorso più impegnativo, si cammina su un sentiero molto piacevole che, per chi è abituato al trekking, non risulta particolarmente difficile. Il tracciato alterna boschi di lecci e larici a tratti più aperti, dove compaiono cascine e prati che rendono il paesaggio vario e luminoso.

Su Wikiloc trovate la traccia del mio percorso.


sentiero d1 cammino oropa

L'unica accortezza riguarda il meteo: in caso di pioggia il percorso è sconsigliato perché attraversa piccoli ruscelli, ma c'è sempre la possibilità di deviare in alcuni punti sulla strada statale.

Uno dei luoghi più belli lungo il percorso è l'Alpe di San Bartolomeo è un piccolo nucleo di edifici che risale all'altomedioevo. Comprende una cappella, alcune abitazioni, la stalla, un edificio per la lavorazione del latte e un porticato. In passato qui vivevano eremiti che offrivano accoglienza ai viandanti diretti a Oropa.


alpe san bartolomeo cammino oropa

L'ultimo tratto, nella stagione autunnale, è un'esplosione di foliage che accompagna fino alla Scala dei Pellegrini: una salita ripida, modellata dal passaggio dei fedeli nel corso dei secoli. I gradoni sono divisi in tre sezioni, dedicate ai tre gruppi del Rosario e alle Ave Maria, un simbolo dell'antico cammino devozionale verso il Santuario.

Il sentiero conduce direttamente al Santuario, dove si possono visitare la Basilica Antica, che custodisce la statua della Madonna Nera, e la Basilica Superiore riconoscibile dalla sua cupola blu.

Un tempo i pellegrini si fermavano alla fontana per bere l'acqua utilizzando delle mescole, un gesto semplice ma ricco di simbolismo.

Dopo aver ritirato il testimonium presso l'ufficio delle Sante Messe, mi sono concessa un momento di quiete, immersa nella calma che avvolge tutto il Santuario.


basilica santuario oropa

Il Santuario della Madonna Nera di Oropa è uno dei più importanti luoghi di pellegrinaggio del Piemonte e d'Italia, tra i santuari mariani più antichi dell'Occidente.

Secondo la tradizione, la statua della Madonna, attribuita a San Luca, fu portata qui da Gerusalemme dal vescovo Sant'Eusebio di Vercelli nel IV secolo. In realtà, i documenti storici più antichi risalgono al XIII secolo quando, nel periodo di pestilenza venne eretta una chiesa sopra una preesistente. La statua lignea posta nel Sacello, raffigurante la Madonna con il volto nero e il manto blu, dovrebbe perciò risalire al XIII secolo.


basilica antica santuario Oropa

Durante i restauri del 2005 della Basilica Antica, sono emerse decorazioni della volta risalenti al XVII secolo, confermando la ricchezza storica e artistica del Santuario.

Nel tempo il complesso fu arricchito da due piazze, realizzate tra il Seicento e l'Ottocento, e vennero costruite strutture somiglianti a un chiostro che un tempo ospitavano pellegrini.

Oltre la grande scalinata si apre la Basilica Superiore, costruita tra il 1885 e il 1960, con una maestosa cupola alta oltre 80 metri che domina il paesaggio montano. Tre portali in bronzo raccontano la storia del Santuario, mentre all'interno un ampio spazio ottagonale, sorretto da colonne e affiancato da sei cappelle che raccontano la vita della Vergine, accoglie i visitatori. L'altare maggiore, al centro della sala minore, è sormontato dal ciborio realizzato dall'artista Gio Ponti.


basilica superiore santuario oropa

La Basilica testimonia la devozione delle generazioni di biellesi, i cui nomi sono ricordati nella cripta del Suffragio.

Accanto al Santuario si trova il complesso del Sacro Monte di Oropa, con le sue numerose cappelle immerse nel bosco, che fa parte dei siti riconosciuti come Patrimonio UNESCO. Un luogo piacevole nel quale passeggiare.


sacro monte oropa



La Credenziale del cammino

La Credenziale del Cammino di Oropa è il documento che accompagna ogni viandante lungo il percorso, da timbrare tappa dopo tappa fino all'arrivo al Santuario, dove consente di ricevere il Testimonium, attestato ufficiale del cammino compiuto.

Chi possiede la SlowCard riceve gratuitamente il kit completo — credenziale, busta impermeabile porta credenziale e gadget del Cammino — già prenotato al momento dell'attivazione.

Chi invece viaggia senza SlowCard può comunque richiedere la Credenziale compilando l'apposito modulo e ritirarla alla partenza con un contributo di 5 euro. L'intero ricavato viene destinato alla cura dei sentieri, alla promozione del percorso, sostenendo così la vita e la crescita del Cammino di Oropa.

La credenziale è una sorta di "passaporto del pellegrino": un libretto dove far apporre i timbri durante il cammino per certificare le tappe percorse e da tenere come ricordo dell'esperienza.

Si può acquistare anche una toppa del Cammino presso la Casa del Movimento Lento.

Una volta completato il cammino si ritira il Testimonium presso l'Ufficio delle Sante Messe del Santuario che rimane aperto la sera sino alle 18.


credenziale cammino Oropa

Come arrivare a Santhià

Santhià è facilmente raggiungibile in treno, poiché si trova sulla linea Torino–Milano, una delle più importanti del Nord Italia.

  • Da Torino Porta Susa / Porta Nuova → circa 40–50 minuti di viaggio, i treni regionali sono frequenti.
  • Da Milano Centrale / Milano Porta Garibaldi → circa 1 ora e 10 minuti con treni regionali che partono circa ogni ora.
  • Da Genova → si viaggia via Torino o Alessandria, tempo medio 2 ore e 30 minuti.
  • Da Venezia, Verona o Bologna → treno per Milano e poi coincidenza per Santhià.

Arrivando in auto, si percorrere l'autostrada A4 Torino–Milano.

  • Da Torino → circa 50 minuti.
  • Da Milano → circa un'ora e 15 minuti.
  • Da Genova → circa 2 ore, passando per Alessandria e Vercelli.
  • Da Firenze, Bologna o centro Italia → autostrada A1 fino a Milano, poi A4 direzione Torino uscita Santhià.

È possibile lasciare l'auto in parcheggi gratuiti nei pressi della stazione o del centro.

Al ritorno si prende il bus ATAP che dal Santuario arriva alla stazione di Biella ed è possibile acquistare il biglietto bus+treno direttamente sul sito di Trenitalia.

Se si deve recuperare l'auto, la stazione di Biella è collegata a Santhià da un treno diretto che passa circa ogni due ore e a Milano con un treno con cambio a Novara.

Alcune località lungo il cammino sono collegate a Biella dai bus; potete vedere gli orari sul sito ATAP.


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