Il Cammino Primitivo è il più antico tra i percorsi che conducono a Santiago. Fu Alfonso II il Casto a tracciarlo per primo, nell'anno 829, mosso dal desiderio di rendere omaggio alle reliquie dell'Apostolo. Senza saperlo, apriva così una strada che avrebbe attraversato i secoli, diventando una delle grandi vie spirituali d'Europa.
Nelle tappe da Tineo i villaggi si diradano fino quasi a scomparire, e le montagne smettono di restare sullo sfondo. Si fanno vicine, immobili e immense. Si cammina tra vallate che si chiudono come bocche e si riaprono in ampi respiri di luce e vento.
Cammino Primitivo: le tappe di montagna nelle Asturie
Nella guida dedicata al Cammino Primitivo ho tracciato una panoramica del percorso verso Santiago. In questo articolo, come nel precedente, mi addentro nelle tappe nel cuore delle Asturie per giungere in Galizia.
Superata Tineo, il paesaggio cambia. I villaggi si fanno rari e le montagne smettono di essere lo sfondo per diventare presenza. Qui il cammino prende un altro ritmo — più essenziale, più intimo, più vero.
- Tineo - Borres (El Espin)
- Borres (El Espin) - Berducedo
- Berducedo - Grandas de Salime
- Grandas de Salime - A Fonsagrada
Cammino Primitivo: Tineo - Borres (El Espin)
La tappa da Tineo a Borres è breve, e questo lascia spazio al lusso della lentezza. Si può partire con calma, magari dopo aver scrutato il cielo e annusato l'aria, lasciandosi guidare dalle condizioni meteo più che dall'orologio.
Dal centro del paese si segue la conchiglia che indica il cammino. Salendo si aprono sempre più ampi scorci panoramici e s'incontra la fonte de San Juan, una delle sette fontane dalle quali gli abitanti attingevano l'acqua prima che fosse realizzato l'acquedotto nel 1929.
Attraversando pascoli e boschi silenziosi si giunge nella valle del fiume Deina.
Al bivio, si può fare una breve deviazione — appena un chilometro tra andata e ritorno — porta al monastero di Santa María di Obona: silenzioso, affascinante, senza tempo.
Secondo un documento dell'anno 780, fu fondato da Adelgaster, figlio del re Silo. L'attuale struttura, risalente al XIII secolo, unisce la sobrietà romanica della chiesa a tre navate con ciò che resta del monastero benedettino, un tempo centro spirituale e agricolo lungo il Cammino di Santiago. I monaci qui coltivavano, insegnavano filosofia e teologia e producevano sidro. Oggi l'edificio resiste con dignità al passare dei secoli, e il chiostro barocco racconta, con le sue ferite, ciò che il tempo non ha potuto cancellare.
Riprendendo il percorso, si cammina tra querce e castagni fino a Villaluz dove si passa accanto a un antico lavatoio e all'Ermita del Cristo del Socorro.
Da qui inizia un tratto su strada, abbastanza trafficata, che attraversa campi e pascoli punteggiati di mucche e casali. A Campiello si trovano diversi albergue dove ci si può fermare per una pausa o per il pranzo.
Più avanti, si arriva a El Fresno. Qui, la cappella della Magdalena custodisce una statua alta poco più di mezzo metro: mani e volto delicati in porcellana, vestita con semplicità, quasi a ricordare che la fede può avere la forma dell'intimità più che del fasto.
Da lì, Borres è a un paio di chilometri. Ma se si desidera di un'accoglienza autentica, vale la pena fermarsi a Casa Pascual, a El Espín.
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Il giardino con il granaio |
Immersa nella campagna, la struttura offre spazi all'aperto per riposare o scambiare storie con altri pellegrini. La cena, preparata con ingredienti locali e senza fretta, è una di quelle che si ricordano. Non tanto per i piatti, ma per l'atmosfera. Perché, in fondo, anche questo è il cammino.
Lunghezza: circa 15,6 kmDifficoltà: E facile (traccia su Wikiloc)
Tempo: circa 4 ore e 30 minuti
Dislivello: quota max 913,3 m s.l.m.
Cammino Primitivo: Borres (El Espin) - Berducedo
Quella verso Berducedo è una di quelle tappe che ti restano addosso. Non tanto per l'arrivo, quanto per tutto quello che succede nel mezzo.
Da El Espín si parte in tranquillità, con poco più di un chilometro tra i campi fino a Borres, dove si incontra la solida Chiesa in pietra di Santa Maria. È qui che inizia la prima vera salita. Le nuvole si fanno da parte giusto in tempo per lasciare spazio a un sole incerto..
Dopo un paio di chilometri su un piacevole sentiero, si arriva a un bivio: a sinistra Pola de Allande, a destra la direzione degli Hospitales – la variante più impegnativa e affascinante del Cammino Primitivo.
Dopo la classica foto sulla panchina, sotto lo sguardo vigile di Yoda, ho preso a destra. Poco dopo, ecco la cappella di San Pascual, datata tra il XVI e il XVII secolo, con un portico sul davanti.
Da lì, la salita si fa più seria. Il paesaggio cambia: i boschi cedono il passo a pascoli aperti, vento costante e vedute che costringono a rallentare.
Il tempo non ha impiegato molto a cambiare. La nebbia è salita insieme a me, trasformando i contorni in sagome. Ho attraversato i resti dell'antico hospital di Paradiella, già menzionato in documenti del XV secolo, con la vista coperta e la mantella addosso, le mani fredde, e la sensazione di essere finita in un altro tempo.
Camminare su questi pendii erbosi punteggiati da pochi alberi ha qualcosa di primitivo, nel senso più vero del termine. Si apprezza l'essenza selvaggia delle Asturie.
Al punto più alto della giornata, un cippo segna la strada verso i resti dell'hospital di Fonfaraón, immersi nella foschia e nel vento tagliente. Non era il momento per fermarsi: troppo freddo, troppa pioggia. In effetti, quando si parla di questa variante, viene spesso ricordato quanto possa essere rischiosa in caso di maltempo. Il vento può diventare molto forte, la nebbia inghiottire i segnavia. E oggi ne ho avuto la prova.
Proseguendo, le frecce gialle emergono dalla nebbia come segnali rassicuranti. Alla Laguna la Marta, un bacino artificiale alimentato dai monti circostanti, si scopre una parte nascosta della storia locale: un tempo quest'acqua alimentava, tramite delle canalizzazioni, le miniere d'oro della zona di Fana La Freita.
Il sentiero, tra salite e discese, arriva all'Alto La Marta (1.105 m), incrocia l'asfalto e poi riprende su un falsopiano dove dei cartelli raccontano di miniere già note in epoca romana.
Il cielo continuava a non dare tregua. Seguendo i pali gialli si giunge alla laguna del Palo, a poca distanza dall'Alto del Palo (1.146 m). Qui si ricongiunge con il tracciato che sale da Pola de Allande. Il fondo si fa sassoso, e i bastoncini tornano preziosi: servono equilibrio, e un po' di attenzione in più.
Il percorso incrocia alcune volte la statale, poi riprende tra formazioni rocciose insolite, passaggi su lastroni, e infine Montefurado. Poche case in pietra, un silenzio che sembra trattenere storie. La chiesetta di Santiago, con il tetto in ardesia e l'unica apertura laterale, un tempo ospitava i pellegrini.
Il crinale successivo, ora che si è scesi un po', regala scorci panoramici sulle due vallate. Si vede bene la struttura delle montagne: rocce stratificate, quasi ordinate con cura.
Poi giù, su sterrato, fino alla Chiesa di Santa María di Lago con portico sul davanti e un antico tasso che sembra farle da guardiano.
L'ultima parte attraversa una pineta per giungere a Berducedo dove termina questa lunga tappa del Cammino Primitivo.
Nel borgo delle Asturie sono presenti alcuni albergue dove alloggiare che offrono anche servizio di ristorazione.
Passeggiando tra le case si scoprono gli hórreos, i granai tipici delle Asturie. La chiesa di Santa María, o Nuestra Señora de la Visitación, risale ai secoli XIV-XV, con modifiche successive. Un tempo era anche questa un hospitales. Ha una volta a botte, tre falde sul tetto e un campanile a vela del XIX secolo.
Lunghezza: circa 26,5 km
Difficoltà: EE (traccia su Wikiloc)
Tempo: circa 7 ore e 40 minuti
Dislivello: quota max 1.227,8 m s.l.m.
Cammino Primitivo: Berducedo - Grandas de Salime
Questa sesta tappa del Cammino Primitivo prende il via da Berducedo, salendo lungo una strada cementata che apre il passo a un tratto pianeggiante su sterrato, immerso nella quiete del bosco.
Rientrando sull'asfalto, il paesaggio si apre sulle vallate asturiane, un mosaico di pascoli e piccoli villaggi incastonati nel verde.
Dopo una discesa tranquilla si arriva a La Mesa, dove si trovano alcuni albergue. Molti pellegrini scelgono di concludere qui la tappa precedente.
Nel paese si incontra la Chiesa di Santa María Magdalena costruita in ardesia locale.
Una salita decisa conduce a una cresta sferzata dal vento, punteggiata di pale eoliche: questo è il punto più alto della tappa.
Da qui la discesa porta alla cappella di Santa Marina di Buspol, una piccola costruzione in ardesia con tetto a tre falde e, all'interno, una pala d'altare policroma che si intravede nella penombra.
Un primo belvedere anticipa la vista sul bacino artificiale a valle. Per raggiungerlo si percorre un tratturo sassoso a tornanti, seguito da uno sterrato più agevole e infine un sentiero tra gli alberi.
La discesa è accompagnata dallo scenario del bacino di Salime e, oltre la valle, del borgo di Grandas de Salime.
La diga fu costruita tra il 1945 e il 1954 laddove sorgeva l'antico villaggio di Salime. Quando l'acqua si ritira, emergono i resti delle sue case, come un'eco del passato.
Una pausa pranzo all'Hotel Las Grandas, con possibilità di timbrare la credenziale, offre anche l'occasione di godersi il panorama dalla terrazza affacciata sul bacino.
Dopo circa quattro ore di cammino, è il momento giusto per rallentare e recuperare un po' di energie prima dell'ultima salita.
L'ultimo tratto è per un paio di chilometri su asfalto e poi attraversa un bosco misto che in primavera si colora di fioriture spontanee.
A Grandas de Salime si incontra la chiesa di El Salvador che conserva ancora il portale romanico del XII secolo. Il portico in pietra, la torre con cuspide in ardesia, la sacrestia e le cappelle raccontano le trasformazioni architettoniche nel tempo. All'interno spicca la pala d'altare settecentesca di Juan de Castro.
Intorno alla chiesa si apre una piccola piazza, attraversata da vicoli dove si incrociano i passi dei pellegrini e la vita quotidiana degli abitanti.
Da non perdere il Museo Etnografico che raccoglie la memoria delle comunità rurali locali del secolo scorso. Fondato nel 1984 da Pepe el Ferreiro, che ne fu anche il primo direttore, il museo si visita accompagnati e con l'ausilio di una brochure che ne illustra i contenuti.
Gli spazi espositivi sono distribuiti in tre edifici tradizionali: la Rettoria, la Casa del Mugnaio e A Casoa.
Nel giardino, l'hórreo — tipico granaio in legno su pilastri — testimonia le soluzioni architettoniche contadine per la conservazione dei raccolti: una struttura in legno con tetto a padiglione sostenuta da pilastri.
All'interno, ambienti ricostruiti con cura danno vita a botteghe, cucine, laboratori di sartoria, il salone da barbiere, osterie e stanze domestiche. La quantità di oggetti esposti e la ricchezza dei dettagli rendono la visita particolarmente interessante.
In alcune sezioni si trovano macine funzionanti, la fucina del fabbro, le cantine e, nel prato, giochi da cortile.
Orari del museo:
Marzo-aprile e ottobre-dicembre
- Martedì – Venerdì: 11.00–14.00 e 16.00–18.30
- Sabato: 11.00–14.30 e 16.00–18.30
- Domenica e festivi: 11.00–15.00
Maggio-settembre
- Martedì – Venerdì: 11.00–14.30 e 16.00–19.30
- Domenica e festivi: 11.00–15.00
Biglietto d’ingresso: 1,5 € – gratuito il martedì.
Lunghezza: circa 20,6 km
Difficoltà: E facile (traccia su Wikiloc)
Tempo: circa 5 ore
Dislivello: quota max 1.044 m s.l.m.
Per il pernottamento consiglio Casa Sánchez, un albergue accogliente con un ampio giardino e sdraio perfette per rilassarsi dopo la giornata.
Per cena, al bar La Esquina si trovano anche opzioni vegane per concludere la giornata con un pasto completo.
Cammino Primitivo: Grandas de Salime - A Fonsagrada
Dopo aver lasciato alle spalle la cappella del Carmen, un elegante edificio settecentesco in pietra con il suo sobrio campanile quadrato, il Cammino Primitivo si inoltra tra le bellissime colline delle Asturie.
A giugno, le ginestre colorano i pendii con pennellate gialle, regalando ai pellegrini una tavolozza viva di profumi e colori.
I primi chilometri sono una piacevole passeggiata tra piccoli villaggi come Malneira, dove si trova la Cappella della Speranza. Costruita tra il XII e il XVIII secolo, all'interno custodisce una pala d'altare dai vivaci toni policromi.
Attraversando La Farrapa e Cereijeira, si raggiunge Castro, dove la Cappella di San Martín e Santa Bárbara si affaccia sul sentiero.
Il paesaggio si fa via via più verde, e il percorso alterna tratti nel cuore della natura a brevi passaggi in borghi punteggiati da edifici religiosi, come la Cappella di San Lázaro a Pradaira.
A Peñafuente s'incontra la chiesa di Santa María Magdalena, costruzione seicentesca in pietra dall'ampio portico e dall'abside esagonale.
Da qui il cammino inizia a salire su sterrato, in una pendenza gentile che porta all'Alto de Acebo, la vetta di giornata: 1.118 metri di silenzio e respiro. Dall'alto, lo sguardo spazia su crinali punteggiati da pale eoliche, presenze moderne che ridisegnano l'orizzonte delle Asturie.
All’inizio della discesa, un cippo in pietra segna l'ingresso in Galizia. Da qui, ogni bivio è scandito da pietre miliari che riportano la distanza esatta a Santiago: ne restano 166.
Il profilo di A Fonsagrada s'intravede in lontananza, ma per arrivare è necessario ancora del tempo.
Si attraversano Cabreira e Fonfría, con la chiesa in pietra di Santa María Magdalena, e poi si cammina su larghi sterrati che tagliano boschi silenziosi, intervallati da scorci sulle campagne galiziane.
A Silvela si passa accanto alla Cappella di Santa Barbara, di recente costruzione, il cui portale è decorato con i simboli del pellegrino: la conchiglia, la croce di Santiago, il bastone.
A Paradanova, un bivio indicato da cippi propone due direzioni: verso Fonsagrada o verso Burón. Si svolta a sinistra. L'ultima salita, breve ma ripida, conduce alla capoluogo del comune più grande e più alto della Galizia.
Questo percorso coincide con la tappa 25 del Cammino Naturale GR-109 che attraversa le montagne cantabriche da Panes a Santalla.
Fonsagrada prende il nome dal latino fontem sacratam, per via delle sorgenti e cascate che caratterizzano la zona.
All'ingresso del paese, un grande murale racconta per immagini il cammino da Grandas a Lugo.
In centro si trova la Chiesa di Santa María, risalente ai secoli XVI-XVII, con tetto in ardesia e un porticato laterale. Il campanile in granito è articolato in tre sezioni: una base quadrata con finestra, due livelli ad arcata che ospitano le campane, e una sommità arcuata sormontata da una sfera. All'interno, altari barocchi e la fonte battesimale accompagnano il viandante. Qui è possibile timbrare la credenziale, o ritirarne una nuova all'ufficio del pellegrino adiacente, per chi volesse iniziare il cammino proprio da qui.
Da non perdere il Museo Etnografico, nato nel 1984 con l'intento di raccontare la cultura materiale di queste montagne. Oltre a oggetti della tradizione locale, ospita anche opere d'arte contemporanea e reperti archeologici.
Orario del museo:
- Da metà giugno a metà settembre:
- Martedì – domenica: 12:00–14:00 e 17:00–19:00
- Da metà settembre a metà giugno:
- Martedì – domenica: 12:00–14:00
- Ingresso: 2 euro (gratuito per i minori di 12 anni)
Lunghezza: circa 25,4 km
Difficoltà: E medio (traccia su Wikiloc)
Tempo: circa 7 ore
Dislivello: quota max 1.118,8 m s.l.m.
A Fonsagrada ho dormito all'ostello Casa Cuartel, un luogo semplice ma curato, con ampi spazi all'aperto dove scambiare duce chiacchere con altri pellegrini. Oltre alle camerate, sono disponibili anche camere private.
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