Arrivando dall'aeroporto si viene catapultati in un traffico pazzesco nel quale noi occidentali stentiamo a credere che non accadano incidenti ogni momento. Il suonare dei clacson, per fortuna vietati nel centro, lo smog che irrita le narici e la polvere ben presto diventano la norma e quello che all'inizio fa detestare la città alla fine la fa amare anche per le sue contraddizioni.
Tempio di Kaathe Swyambhu |
Cosa vedere a Kathmandu: il centro storico
Kathmandu ancora non si è ripresa dopo il terremoto ma offre ancora tante cose da vedere e almeno due giorni interi sono necessari per visitare il centro storico e le zone periferiche (Tempio di Pashupatinath e Boudhanath).
Il centro storico si sviluppa attorno a Durbar Square che, come nelle altre città reali Patan e Bhaktapur, prende il nome dalla presenza della residenza del sovrano. Oggi questa zona, assieme ad altri siti della Valle di Kathmandu, è entrata a fare parte dei siti Patrimonio dell'Umanità UNESCO ma purtroppo non è stata per questo esente dalla parziale distruzione per le scosse sismiche, anzi è stata la più colpita.
La piazza è molto grande e non è accessibile alle auto per cui si può camminare in tranquillità osservando i diversi templi. Sono rimasta stupita dalla scarsa presenza di occidentali ma mi hanno detto che nei mesi di luglio e agosto gli italiani sono molto numerosi.
L'accesso a Durbar Square costa 1.000 RPN (circa 8 euro) che in parte servono per finanziare la ricostruzione.
Io sono entrata da Ganga Path e il primo edificio che mi sono trovata sulla sinistra è il Kumari-ghar che risale al 1757. Nel palazzo a tre piani in mattoni rossi con le finestre con intarsi in legno vive la Kumari, la dea bambina ritenuta reincarnazione della dea Taleju. Dopo aver osservato anche il cortile interno ho proseguito verso i templi ma mi sono trovata davanti il nulla, purtroppo molti dei più belli e grandi sono andati distrutti col terremoto.
Cortile del palazzo della Kumari |
Tra quelli rimasti in piedi c'è lo Shiva-parbati Temple che ho trovato molto bello.
Poco più avanti c'è il Jagannath Temple che è la più antica costruzione nella piazza. Il tempio a pagoda a due piani è celebre per gli intarsi che raffigurano scene erotiche.
Tra le cose da vedere in Durban Square c'è il Palazzo Reale dove è permesso accedere al cortile interno che presenta una serie di porticati di stili differenti. Sotto il colonnato a sinistra ci sono i ritratti di tutti i reali nepalesi.
Ho trovato che questo colonnato bianco stoni molto con l'architettura degli altri edifici attorno mentre la pagoda bianca è molto bella.
Proseguendo ho visto altri templi indu come il Mahavishnu Temple che è quasi distrutto e ho poi proseguito la visita della città.
Mahavishnu Temple |
Mi sono addentrata nelle stradine di Kathmandu dove i motorini sfrecciano e la folla sembra non badarci. Qui si vedono botteghe con in vendita qualsiasi cosa e si vive l'atmosfera vera di questa caotica città. Tra i banchi che offrono verdura e cereali, i negozi di oggetti per la casa, le sartorie, i carretti dello street food sembra di tornare indietro nel tempo.
Questa zona è ben diversa da quella distante solo poche centinaia di metri dove i negozi sono ordinati e le gioiellerie fanno invidia a quelle delle nostre strade.
Proseguendo mi sono imbattuta in uno dei templi più belli di Kathamandu ovvero quello buddista di Kaathe Swyambhu. Dopo tanto caos arrivare nel cortile che lo ospita offre un momento di serenità.
Mi sono fermata a guardare non solo lo stupa con i due occhi, che sembrano scrutare l'anima, ma anche tutto ciò che sta attorno come un coloratissimo edificio a pagoda.
Sono arrivata quindi nel quartiere di Thamel dove soggiornano i turisti e che ha strade più ampie, moltissimi negozi di oggetti d'artigianato e tutto il necessario per fare trekking. Qui ci sono anche molti ristoranti per lo più al secondo piano.
Anche qui le strade sono polverose e hanno buche profonde e quando piove diventa tutto una melma ma questo è il fascino della città che nel suo caos conquista il nostro cuore.
Cosa vedere a Kathmandu: The Garden of Dreams
Per rilassarsi dopo aver percorso le caotiche strade del centro storico di Kathmandu si può andare al giardino dei sogni che si trova a Thamel lungo il viale Tridevi Sadak.
The Garden of Dreams è un giardino neoclassico costruito nel 1920 nel quale vivono tanti scoiattoli che si vedono arrampicarsi sugli alberi di bamboo.
L'ingresso al giardino costa 200 NPR e permette di passare un po' di tempo in mezzo al verde e ai fiori. Molte persone passano qui ore sdraiate sul prato leggermente digradante verso la vasca centrale dove galleggiano le ninfee.
Cosa vedere a Kathmandu: Swayambhunath
Dal centro città si può arrivare a piedi, sono circa 2 km, al tempio di Swayambhunath, venerato sia dai buddisti sia dagli induisti, attraversando alcuni quartieri per nulla turistici ma neppure pericolosi.
Se si preferisce si può arrivare in taxi in pochi minuti, traffico permettendo. Io ho voluto camminare proprio per vedere zone poco turistiche e nessuno mi ha dato fastidio, anzi alcuni bambini si sono messi in posa per farsi fare una fotografia. Qui ho visto che i ristoranti hanno prezzi ancora più bassi di quelli del centro ma non saprei se sia consigliabile provarli.
Statua del Budda all'inizio della scalinata |
Arrivando a piedi si deve salire la lunga scalinata che conduce all'entrata principale e qui si trovano tanti venditori di souvenir e di oggetti artigianali, mendicanti e le prime scimmie mentre in alto già si scorge l'inconfondibile sagoma della stupa.
Swayambhunath è noto anche come il tempio delle scimmie perché tantissime vivono qui e sono considerate sacre per via di una leggenda. Ci sono anche i cani randagi, però basta non avere cibo con sé e non si hanno problemi.
Purtroppo qui e in tutto il sito ho trovato tantissima spazzatura gettata in giro e non è certo una cosa bella da vedere.
Quasi alla fine della scalinata, lunga 365 gradini e il numero non mi sembra casuale, si trova la biglietteria e per l'ingresso si pagano 200 NPR (meno di 2 euro).
Arrivare in cima alla ripida scalinata può essere un segno di penitenza, vista la fatica di salire sotto il sole cocente!
Oltre alla bellissima stupa si vedono le tante ruote di preghiera che vanno fatte girare proprio per far arrivare le preghiere lontano e piccoli tempietti in pietra che occupano una piazzetta dietro la stupa attorno alla quale ci sono tanti edifici in mattoni con porte e finestre riccamente intarsiate.
Purtroppo ho fatto la visita senza una guida e perciò posso solo raccontare le mie emozioni e non il significato di questo luogo.
L'unica cosa che sapevo già, visto che avevo passato diversi giorni sulle montagne a fare trekking, era che attorno agli stupa si deve girare in senso orario.
Uno dei templi più frequentati è quello di Hariti, la dea del vaiolo, infatti tantissimi fedeli erano lì in preghiera.
Dalla terrazza si può ammirare il panorama su Kathmandu purtroppo coperta da una cappa di smog.
Addentrandosi ancor di più sulla collina si arriva a una serie di stupa abbellite con le classiche bandiere della preghiera dai colori sgargianti.
Poco più avanti c'è una fontana dove sembra sia benaugurante centrare con una monetina un recipiente posto al centro ma mi sono astenuta dal provare.
Ho proseguito ancora sino ad arrivare a un altro tempio vicino alla scuola di preghiera e poi sono tornata indietro pensando che questo luogo, che dovrebbe essere impregnato di spiritualità, sta diventando troppo turistico con le troppe bancarelle che vendono souvenir.
Ho raccontato le cose principali da vedere nel centro storico di Kathmandu ma girando per la città si vedono un'infinità di templi, praticamente a ogni angolo, ed è bello anche solo camminare per le viuzze osservando la variegata umanità e tutto ciò che per noi la rende affascinante.
Molti non apprezzano questa inquinata città nella quale la maggior parte della gente cammina con la mascherina ma secondo me visitare i luoghi più famosi è sicuramente da fare e poi magari spostarsi in altre città nepalesi più tranquille e se si è in buone condizioni fisiche andare a fare trekking sulle montagne.
Dove mangiare a Kathmandu
Avevo già parlato della cucina nepalese e di tutti i buoni piatti che si possono gustare a prezzi veramente economici, accompagnati da una bella birra.
A Kathmandu ho avuto occasione di pranzare e cenare diverse volte preferendo quasi sempre i locali tipici che si trovano nel quartiere di Thamel e sono ben indicati da insegne. Spesso si trovano al primo piano degli edifici e si accede dalle vie laterali o dai cortili interni.
Praticamente non ho trovato molta differenza di prezzi né di qualità nei diversi ristoranti che ho provato.
Quelli tipici hanno nel nome la parola Thakali e servono le pietanze in un grande piatto di alluminio. Tra quelli consigliati il Thakali Muccha, un locale abbastanza spartano frequentato da nepalesi.
Per gustare degli ottimi momo, i ravioli ripieni, consiglio il Veg Mo Mo che ha anche una terrazza che si affaccia sulle vie del quartiere sempre molto affollate la sera.
Per chi volesse mangiare italiano segnalo La Dolce Vita che sembra sia molto apprezzato ma mi hanno detto abbia prezzi europei.
Un altro ristorante tipico si trova all'interno di un vicolo vicino alla Dolce Vita, si chiama semplicemente Thakali, e ha tavoli in legno e sedie e panche ricavate da tronchi che conferiscono un'atmosfera particolare.
In centro ci sono anche diversi ristoranti che servono cucina etnica e ho provato quello thailandese
Ying Yang che pur essendo molto elegante e con un ottimo servizio ha prezzi molto bassi.
Mi piacerebbe molto visitare queste zone, ora con i bimbi in età pre scolare aspetterei un po’ ma ho salvato il tuo articolo
RispondiEliminaChe fortuna averti letta, giro immediatamente questo tuo articolo ad una cara amica che a ottobre parte per il Nepal, primo grande viaggio della sua vita e direi che il Nepal lo merita tutto! Con il tuo blog la mia amica va a nozze ... grazie ancora
RispondiEliminaChe città insolita e misteriosa Kathmandu! Credo proprio che mi piacerebbe molto visitarla, tra l'altro è da parecchio tempo che sogno un viaggio in Nepal!
RispondiEliminaOddio che sogno! Hai fatto un reportage fotografico veramente degno! Partirei subito!
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