19 giugno 2018

Itinerario di un giorno a Lanzarote

In questi giorni sto leggendo tanti bei post su viaggi a Lanzarote e mi è venuta nostalgia per quest'isola che ho visitato, solo per un giorno anni fa, seguendo un itinerario sulle orme delle opere di César Manrique.

All'epoca viaggiavo veramente poco e il fidanzato di allora, non volendo prendere l'aereo, mi aveva convinta a fare una crociera nel Mediterraneo con tappa alle Canarie.

Ho visto tanti bei posti ma, durante un viaggio di questo tipo, non si ha abbastanza tempo per godersi ogni singolo luogo e mi ero ripromessa di tornare nuovamente in quelli che mi erano piaciuti maggiormente. Finora sono tornata soltanto a Barcellona.

Itinerario di un giorno a Lanzarote
Escursione: El Echadero de los Camellos


Itinerario a Lanzarote attraverso le opere di Manrique



Quando si va in crociera il modo più semplice per visitare i vari luoghi è partecipare alle escursioni organizzate, così, durante la tappa a Lanzarote, ho fatto un giro in pullman, come se fossi stata in gita, visitando posti molto turistici ma bellissimi.

Non avevo ancora la fotocamera digitale e del viaggio mi rimane solo una foto, quella che ho messo sopra, e un diario, che avevo scritto nel vecchio sito, e che ripropongo perché quello che ho visto allora, precisamente nel gennaio 2006, è sempre attuale.

Appena giunti a Lanzarote si viene colpiti dalla straordinarietà del paesaggio perché tutto è ricoperto da uno strato di picon, la cenere vulcanica nera che nei giardini sostituisce l'erba creando un effetto strano e caratteristico. Tutte le colline sono nere e la vegetazione è molto scarsa ma ciò crea un effetto suggestivo, soprattutto nella zona di Yaiza, dove è situato il Parco nazionale del Timanfaya, luogo della prima tappa dell'itinerario giornaliero.
Il simbolo che rappresenta il Timanfaya è un diavolo in ferro ossidato creato da César Manrique per raffigurare questo luogo teatro di eruzioni vulcaniche tra il 1730 e il 1736 e, successivamente, nel 1824 che cambiarono la morfologia dell'isola.

Entrati nel Parco del Timanfaya si raggiunge la zona di accoglienza, dove è situato l'osservatorio. Qui si può assistere a esperimenti di geofisica che ci fanno capire le anomalie della zona causate da una camera magmatica residua situata a poca profondità. Se si scava nella sabbia, ad appena 10 centimetri, si trova una temperatura sui 140°C per cui è difficile tenere la sabbia tra le mani senza scottarsi. Durante gli esperimenti si osserva come, versando dell'acqua in tubi conficcati nel terreno, esca vapore a forte pressione, come se ci fosse un geyser, o come mettendo degli arbusti secchi sulla roccia prendano fuoco.

Qui è situato anche il ristorante El Diablo con pianta circolare e muri in vetro che illuminano l'interno e permettono di ammirare il panorama. Tutto il complesso è realizzato con muri in pietra secca dalle tonalità che riprendono quelle delle rocce vulcaniche e, cosa molto particolare, viene usato per cucinare il calore che proviene dal sottosuolo, in una sorta di barbecue naturale. All'interno del ristorante c'è un'opera d'arte molto particolare: in una teca a vetri si vedono ossa di cammelli e un albero di fico, omaggio alla leggenda di Hilario personaggio che visse da eremita in questi luoghi.

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Per proseguire all'intero del parco bisogna lasciare i propri mezzi e salire su pullman che conducono, lungo un percorso di circa 14 chilometri, in mezzo al nucleo principale delle eruzioni dove si possono ammirare bocche effusive, caverne, rocce di grande interesse geomorfologico. Questo percorso si chiama la Ruta de los Volcanos e fu realizzato da Manrique e Soto nel 1968 con un intervento umano minimo che non sconvolgesse l'ambiente creando strade in basalto e vetro che non si fondono per il calore che proviene dal sottosuolo.

Durante la visita si possono ammirare paesaggi meravigliosi all'interno di questa zona vulcanica. La colata di lava indurita assume colorazioni particolari, che vanno dal nero al rosso al giallo al verde, e forme molto variegate provocate da profonde voragini che si sono aperte a causa del crollo delle gallerie vulcaniche.
Sicuramente uno spettacolo unico da ammirare in questa isola dall'aspetto lunare e affascinante.

Usciti dal Parco vero e proprio si può fare una passeggiata a dorso di dromedari nell'Echadero de los Camellos, a dispetto del nome sono dromedari perché hanno una sola gobba! A dorso di questi animali si sale su un pendio lungo un paesaggio fantastico, fatto di dune sabbiose di origine vulcanica.

Se dovessi però tornare ora non lo rifarei, perché mi sembra una cosa molto turistica che sfrutta questi dromedari che sono di una specie autoctona chiamata cammello canario.

Dopo la visita al Parco l'itinerario di un giorno a Lanzarote mi ha portato a visitare una cantina a La Geria e a degustare i vini che vengono prodotti qui, in vigneti praticamente a livello del suolo e protetti dal vento da muri a secco.

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Nel frattempo è giunta anche l'ora di pranzo e ho mangiato nel ristorante accanto al monumento al Campesino, ovvero dedicato al contadino. Questa scultura è fatta con serbatoi idrici da barca e simboleggia il delicato equilibrio nella gestione delle risorse idriche.

Per la verità, il ristorante del Museo dedicato al Campesino si trova sotto il livello stradale in una location molto suggestiva.



Nel pomeriggio l'itinerario alla scoperta di Lanzarote è proseguito nel nord sino ad arrivare al Mirador del Rio, ovvero il belvedere sullo stretto che divide Lanzarote dalla piccola Isla Graciosa.

Una volta in questo luogo, situato a 480 metri di altezza, era collocata una postazione di artiglieria per la difesa dell'isola, ma Manrique ha voluto farne un luogo di osservazione per i turisti. La struttura, ricoperta di erba e terra, risulta molto ben mimetizzata nel contesto naturalistico del luogo. Come ogni opera dell'artista è simboleggiata da una scultura in ferro, questa da un pesce e un uccello, metafora del fondersi dell'aria e dell'acqua.

Il biglietto di ingresso dà diritto anche a una consumazione al bar nella sala panoramica interna.

Appena entrati si percorre un lungo, tortuoso e asimmetrico corridoio tutto dipinto di bianco con in esposizione dei vasi molto belli e dal design unico. La grande sala è arredata con tavoli di legno e divani e il grande lampadario centrale ha ampi bracci che sembrano avvolgerci. Da questa luminosissima sala si può ammirare il panorama sottostante, a strapiombo sulle rocce nere. Si ha una visione ancora più suggestiva dal balcone a stretto contatto con la natura.

Salendo da una scala a chiocciola si arriva al piano superiore dove c'è un negozio di souvenir e salendo ancora si arriva alla terrazza da dove si ha una visione ancora migliore. Sotto si vedono le rocce a strapiombo sul mare, una spiaggia inaccessibile e di fronte l'Isla Graciosa, Alegranza e Montana Clara.

Il panorama è bellissimo, nonostante ci fossero state un po' di nuvole e parecchio vento si poteva ammirare la bellezza del luogo in compagnia dei corvi che hanno fatto di quelle rocce il loro rifugio. Nelle intenzioni di Manrique c'era quella di costruire una funivia che portasse alla spiaggia sottostante, idea poi non realizzata.

Il Mirador è un luogo incantevole, esempio di come si possa far convivere la natura con l'opera dell'uomo.

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La tappa finale dell'itinerario di un giorno a Lanzarote è stata ai Jameos del Agua che sono il primo Centro d'Arte, Cultura e Turismo creato da César Manrique a Lanzarote. Questo luogo si trova all'interno del tunnel creato dall'eruzione del vulcano Monte del Corona e prendono nome dalla presenza di un lago interno, che ha prodotto una caratteristica formazione geologica.

Il tunnel è lungo più di sei chilometri, inizia dal cratere del vulcano per finire in un tratto sottomarino e i Jameos altro non sono che cedimenti della volta del tunnel vulcanico che consentono l'ingresso nelle grotte.

Questa struttura si trova in una zona a ridosso della costa e all'esterno ha pareti in pietra che si armonizzano con la morfologia del terreno circostante. Per quest'opera Manrique ha scelto come simbolo un granchio in metallo che campeggia nel piazzale antistante.

Entrando si attraversa una zona formata da muri di pietra e pareti bianche che conduce a una scala in pietra vulcanica e legno che ci permette di scendere al Jameo Chico. Qui la vegetazione è molto abbondante e alcuni elementi ornamentali fanno apprezzare la struttura attraverso particolari angoli visivi. In questa zona si trova il bar che si fonde armoniosamente con il resto dell'ambiente. Scendendo lungo una scala tra la vegetazione si arriva a un grande lago naturale dalle acque limpide e cristalline che si è formato per filtraggio, perché si trova al di sotto del livello del mare.

La volta della cavità naturale è a botte e lungo una fessura vi entra la luce del sole creando un effetto unico. Le acque sono l'habitat ideale per specie endemiche, come i famosi granchi ciechi (Munidopsis Polymorpha) di colore bianco e lunghi qualche centimetro che popolano il fondale roccioso. Proprio l'oscurità della grotta è causa della carenza di pigmentazione e del loro colore.

Attraversando una passerella posta sulla parte laterale del lago si giunge, salendo una gradinata, al Jameo Grande. Qui si trova un esotico giardino ricco di vegetazione: palme, cactus, ricini e fichi che circondano una piscina bianca dalle acque di un sorprendente colore azzurro. L'insieme di vegetazione lussureggiante, di rocce di colore scuro e lo smalto bianco della piscina fanno pensare a un oasi del deserto.

La palma che sembra rovesciarsi sulle acque da proprio l'idea di essere posta lì per creare ombra sull'acqua. Vorrei avere un giardino così nella mia casa!

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Proseguendo ancora all'interno della struttura si arriva al Jameo redondo, l'Auditorium creato nel 1977 sfruttando l'interno di una grotta vulcanica, che ospita concerti e manifestazioni.

Al secondo piano della struttura si trova il Museo Casa de los Volcanes che è uno dei più importanti centri di ricerca scientifica, a livello mondiale, e dal 1987 svolge un importante lavoro scientifico e didattico sulla vulcanologia.

Nel museo è illustrata la nascita delle isole Canarie, la loro morfologia, la storia delle eruzioni recenti e la previsione di come le placche continentali si muoveranno nel corso dei secoli.

Molto bello il plastico in sezione delle isole che ci permette di capire bene la struttura dei vulcani e dei tunnel sotterranei. Molto interessante anche la parte che riguarda gli esperimenti sui vulcani, che nella pratica avevo già visto in mattinata nel parco del Timanfaya, nella parte sud dell'isola di Lanzarote.

Per questo itinerario è necessario un giorno intero ma sono ben consapevole che nell'isola c'è molto di più da vedere, oltre ad altre opere di Manrique ci sono le visite ai paesini tipici o alle città più grandi. Se si va in estate è bene dedicare qualche altro giorno alle spiagge dell'isola.

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5 commenti:

  1. Mi piacerebbe vedere le spiagge di questa isola e i suoi paesaggi vulcanici. Devono essere spettacolari. Ciao Simona

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  2. Che meraviglia! Sono stata a Tenerife, lì accanto, lo scorso anno, ma il tuo racconto mi ha messo voglia di fare una capatina anche all'isola vicina. E dire che, come te, non sono solita tornare nei posti... complimenti, ottimo articolo e ottime foto.

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    1. Purtroppo le foto non sono mie ma ricordi questi posti proprio come si vedono in queste stupende immagini

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  3. Post interessantissimo e foto meravigliose... insomma, se mai capitassi a Lanzarote saprei sicuramente quali meraviglie mi attendono e come goderne al meglio... :)

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  4. Sono stata a Lanzarote una settimana qualche anno fa e lo ricordo come un viaggio bellissimo e particolare, sono stata in molti dei posti che nomini! :-)

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