Quando ho detto che sarei andata in Azerbaigian, la reazione è stata: "Ah, quindi Baku?".
E invece no. Dopo qualche giorno nella capitale, ho fatto rotta verso le montagne. Obiettivo: Lahic, un minuscolo villaggio incastonato tra le cime del Caucaso, famoso per l'artigianato del rame e un'atmosfera sospesa nel tempo. È stato uno dei momenti più autentici del mio viaggio.
In questo post racconto il mio itinerario che auspico faccia venire voglia di andarci.
Cosa vedere a Lahic in Azerbaigian
Sulle montagne del Grande Caucaso si trovano villaggi dove il tempo sembra essersi fermato e Lahic è uno di questi. Raggiungerlo non è semplice: la strada si snoda lungo una valle dalle pareti soggette a frane e smottamenti, rendendo il percorso affascinante ma impegnativo.
Si trova a circa 180 km da Baku, può essere raggiunto come tappa di un viaggio itinerante. Una buona idea è fare una sosta a Şamaxı, di cui parlerò in un altro articolo.
Attualmente, la strada principale è in fase di rifacimento e i lavori in corso rallentano il tragitto. Per arrivare al villaggio, situato nel distretto di İsmayıllı, si svolta circa 10 km prima della città principale, imboccando una strada secondaria – quasi completamente asfaltata – che s'inerpica sulle montagne.
Dopo aver attraversato piccoli villaggi, si apre una vallata spettacolare. Qui, tra le attrazioni, spicca un ponte sospeso che sfida anche chi soffre di vertigini.
Il percorso verso Lahic è esso stesso un'esperienza: alcuni punti panoramici offrono viste mozzafiato sulle formazioni rocciose che emergono dal letto del torrente Girdimançay.
Come arrivare
Per chi viaggia in autonomia, consiglio di noleggiare un'auto a Baku tramite DiscoverCars.com, che permette di confrontare facilmente i prezzi. Vista la presenza di tratti sterrati, è preferibile optare per un'auto con assetto alto.
In alternativa, si possono prendere autobus dal terminal internazionale di Baku fino a İsmayıllı, dove è possibile proseguire in marshrutka (minibus condiviso) oppure farsi lasciare al bivio e continuare in taxi. Gli orari dei bus – attualmente disponibili alle 9.00 e alle 13.30 – possono essere consultati sul sito ufficiale dei trasporti dell'Azerbaigian facendo la ricerca in lingua azera.
Un villaggio sospeso nel tempo
Lahic (noto anche come Lahich o Lahij) è un villaggio di montagna dalle vie acciottolate, punteggiate da botteghe artigiane dove si lavora il rame. Molti artigiani vendono direttamente i propri prodotti nei negozi annessi ai laboratori.
La tradizione della lavorazione del rame di Lahic è stata riconosciuta come patrimonio immateriale dell'UNESCO. Questa tecnica, praticata da oltre 500 anni e spesso tramandata di padre in figlio, rappresenta ancora oggi una fonte di sostentamento per la comunità locale.
In passato, il villaggio era anche famoso per tessitori di tappeti, fabbri, conciatori e gioiellieri, ma i ramai si distinsero per la loro abilità, influenzata dalle tecniche provenienti dalla vicina Persia – terra d'origine di molte famiglie locali.
Curiosando nelle botteghe, è possibile osservare gli artigiani intenti a martellare il rame, trasformandolo in sottili lamine, lucidandolo e decorandolo con raffinate incisioni. In vendita si trovano caraffe, piatti, oggetti ornamentali, lampadari e samovar.
Il villaggio si sviluppa attorno a tre piazze che riflettono una storica suddivisione in micro-comunità, ciascuna dotata di moschea, hammam e cimitero.
Passeggiando, si ammirano le tipiche case in pietra con balconi in legno, fontane con bassorilievi e moschee di grande fascino.
Tra queste, spicca la Moschea Zavaro, dipinta di blu e costruita nel 1805. Edificata in pietra di fiume, con un minareto in lamiera di ferro bianca alto 5 metri, fu più volte demolita e ricostruita. Durante l'epoca sovietica fu adibita a centro culturale e cinema, per poi essere restaurata alla fine degli anni '80.
Non meno affascinante è la Moschea Bədöyün (o Badovun), costruita nel 1791. Contiene otto iscrizioni – sette in arabo, una in azero – e, sbirciando all'interno, si notano tappeti colorati e pannelli in vetro che mostrano i resti degli scavi archeologici sottostanti.
Il Museo di Storia Locale di Lahic ospita una vasta collezione di ceramiche antiche, strumenti per la lavorazione del rame e utensili agricoli. È aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 20:00 e l'ingresso costa 5 manat (circa 4,5 euro).
Uno dei monumenti più imponenti è la Casa di Haji Pasha, costruita in 14 anni a metà del XVIII secolo. Si affaccia sul fiume Girdiman ed è composta da 72 stanze su tre piani. L'edificio rappresenta un capolavoro dell'architettura tradizionale locale.
Le montagne che circondano Lahic rendono il paesaggio ancora più suggestivo. Il villaggio è anche un ottimo punto di partenza per escursioni, in particolare verso il monte Babadag, ritenuto sacro. Il periodo migliore per visitare la zona va da giugno a settembre.
Dove dormire e mangiare
A Lahic si trovano alcuni hotel, ma per un'esperienza autentica è consigliabile optare per una homestay. Non sempre gli host parlano inglese, ma l'ospitalità è genuina.
Ho soggiornato in una casa tradizionale in legno, situata nella parte alta del villaggio, con vista su una delle piazze e sulla moschea Ashagi Aragit. L'host ha preparato cena e colazione con ingredienti semplici e genuini, adattandosi anche alle mie esigenze vegane.
In alternativa, si può mangiare in uno dei ristoranti locali, che servono piatti tipici come i qutablar (simili a crepes salate ripiene di carne o verdure) o i peraşki, fritti e gustosi.
Infine, non può mancare una sosta in una teahouse tradizionale: provate il çay, servito nei classici bicchieri a tulipano, accompagnato da marmellata di ciliegie.
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