Io ho scelto il mese di aprile per fare questo trekking per festeggiare laggiù il mio compleanno che, per pura coincidenza, è andato a cadere proprio il giorno che ho valicato questo passo di montagna.
Sono partita da Gokyo la mattina presto per il trekking verso il Renjo La Pass calpestando un intonso manto di neve. Il pomeriggio precedente c'era stata un'intensa nevicata, che mi aveva impedito di andare a esplorare i dintorni, e perciò mi ero goduta la bellezza del lago dalle vetrate della guest house.
Veduta sul lago di Gokyo e dietro le alte vette: quello con la nuvoletta è l'Everest |
Il Renjo La Pass Trek
Il Renjo La Pass a quota 5.360 metri è uno dei passi più elevati di questa zona del Nepal e il periodo migliore per percorrerlo va da metà marzo alla fine di maggio e da settembre a novembre. Nei mesi invernali è ricoperto dalla neve e in quelli estivi c'è un alto rischio di piogge.
In genere il tragitto da Gokyo sino a Lukla viene fatto in quattro giorni fermandosi a dormire a Lungdhen, a Thame e poi a Monjo o Phakding ma io dovevo recuperare una giornata perché avevo ritardato la partenza del trekking a causa del cattivo tempo che aveva impedito agli aerei di volare.
Perciò ho pernottato nel primo villaggio, ovvero Lungdhen e poi a Namche per arrivare infine a Lukla. Si può fare in tre giorni perché, superato il passo, poi si scende di quota e non ci sono più molti tratti in salita da fare. Confesso però che è stata dura l'ultima giornata perché ho incominciato a sentire i tanti chilometri percorri i giorni precedenti.
Veduta dal passo |
Molti trekker scelgono di fare un percorso denominato Three Passes che partendo da Lukla e passando da Namche valica il Renjo La Pass, in senso contrario a quello che ho fatto, il Cho La Pass Phedi e il Cho La Pass e arriva al campo base dell'Everest.
Questo è davvero un percorso impegnativo perché oltrepassa dei ghiacciai e c'è molto dislivello e bisogna tenere conto che occorrono almeno 16 giorni di cammino.
Trekking da Gokyo a Lungdhen
Il primo tratto del sentiero costeggia il lago di Gokyo salendo gradualmente di quota. I paesaggi sono incantevoli e col sole si vedono i riflessi delle montagne nelle acque del lago, in parte ghiacciato.
Salendo verso il Renjo La Pass |
Il manto di neve, alto intorno ai 30 centimetri, ha coperto le tracce del sentiero ma alcuni ometti permettono di non perdere la giusta via, comunque ci sono portatori che incominciano la loro dura giornata e perciò basta seguire loro.
Si può vedere sempre l'Everest laggiù in fondo assieme ad altre vette che fanno davvero sentire sul tetto del mondo.
Questo meraviglioso skyline rimarrà per sempre nei miei ricordi e se guardo le fotografie ancora mi emoziono per tanta bellezza.
Per me la salita è stata dura, mi sono fermata spesso, ho sentito il fiato corto e perciò ho impiegato quasi 4 ore per arrivare al passo a 5.360. In pratica il dislivello in salita è di circa 600 metri ma a queste altitudini si sentono tutti.
Dal Renjo La Pass il panorama è splendido e oltre all'Everest si vedono a sinistra il Cho Oyu (8.201 m), il Lhotse (8.516 m) sulla destra e più a est il Makalu (8.463 m).
Al passo mi sono goduta il panorama di queste vallate circondata dalle colorate bandierine che costellano le montagne nepalesi e che sono messe per buono auspicio.
Le bandiere sono di 5 colori e rappresentano i cinque elementi: il blu rappresenta il cielo e lo spazio, il bianco l'aria e il vento, il rosso il fuoco, il verde l'acqua e il giallo la terra.
Calzati i ramponi e tirati fuori dallo zaino i bastoncini ho iniziato a scendere il ripido sentiero dall'altro lato dove lo strato di neve è ben più alto, tanto da sprofondare, e in parte ghiacciato.
Durante il trekking ho utilizzato i bastoncini poche volte e soltanto quando dovevo percorrere ripidi pendii e ho scritto alcuni consigli su quali scegliere e quando usarli.
La valle oltre il passo meno affascinante dell'altra |
Mentre scendo osservo i portatori che hanno un vestiario e delle scarpe inadatte a questo passo di montagna e mi domando quanto poco debbano guadagnare per non potersi permettere di comprare giacche pesanti e scarpe da trekking indispensabili da queste parti .
Lo so che una volta non c'era l'equipaggiamento tecnico ma oggi è possibile acquistarlo anche a prezzi modici, almeno per noi, così per avere più caldo, ripararsi dalla pioggia e dal vento.
Molti portatori, anche tra quelli che lavorano per le agenzie che portano qui i turisti, non hanno neppure gli occhiali da sole e perciò la sera nella guest house vedo che patiscono per il bruciore agli occhi e devono rimediare col collirio.
Questo mi ha portato a riflettere quanti soldi che diamo all'agenzia vadano effettivamente a loro.
La discesa è abbastanza veloce e così accanto a lago ghiacciato in basso mi fermo per la pausa pranzo con snack e frutta secca che avevo portato dall'Italia proprio per questa occasione.
Questo tratto di sentiero è l'unico che non attraversa villaggi e perciò bisogna portare acqua e cibo, necessari per recuperare le forze.
Lago di Renjo ghiacciato |
Questa vallata è molto meno affascinante, ormai si sono lasciate alle spalle le meravigliose vedute delle vette più alte del mondo. Il freddo sembra qui ancor più pungente forse perché la valle resta abbastanza in ombra. Si scende gradualmente di quota attraverso un desolato paesaggio sino ad arrivare al villaggio di Lungdhen che è un susseguirsi di tea house per i turisti.
Stasera dormirò in una camera con bagno privato, un vero lusso dopo giorni di bagno condiviso. Non pensate a qualcosa di eccezionale perché il bagno non è che una turca e da un rubinetto si prende l'acqua da gettarvi dentro.
Panorama dalla guest house su vette di 5-6.000 metri |
Visto che è metà pomeriggio approfitto per fare la doccia in una baracca in mezzo al campo. L'acqua viene scaldata con un boiler a gas e raggiunge la temperatura giusta. Col freddo è stato traumatico spogliarsi e perciò mi lavo velocemente. Dopo una settimana senza una doccia ci voleva!
Faccio un giretto nel villaggio dove ci sono tantissimi recinti costruiti con pietre poste una sull'altra incontrando molti yak che si stanno abbeverando. Sono troppo carini col loro manto pelosissimo ma poco propensi a mettersi in posa per le fotografie.
Lungdhen: yak, veduta e l'ultima è la mia camera |
Purtroppo il trekking in alta quota al freddo e sotto il sole degli ultimi giorni mi ha lasciato segni sul viso. Mi ero spalmata la crema solare ma non è stata sufficiente, non ho pensato di applicarla più volte, perciò la sera mi ritrovo con le labbra gonfie, il viso arrossato e il naso tutto bruciato. Non è così grave ma per una settimana patirò nel mangiare i cibi così piccanti della cucina nepalese!
Trekking da Gokyo a Lungdhen
Lunghezza: 14 km
Durata: 7 h escluse le soste
Dislivello: da 4.790 metri a 4.360 metri
Trekking da Lungdhen a Namche Bazar
Il trekkign da Lungdhen a Namche Bazar è abbastanza lungo ma quasi tutto in discesa e su larghi sentieri a mezzacosta che attraversano villaggi, alcuni dei quali non ancora toccati dal turismo.
La prima parte è la più bella perché attraversa la valle di Thame che è molto ariosa e offre bei panorami molto diversi tra loro e si segue sempre il corso del fiume Bhote Koshi Nadi che ha acque di un incredibile color turchese.
Arrivando a Marulung |
Il primo tratto arriva a Marulung dove c'è la deviazione per salire verso il Tibet lungo un sentiero che si può fare con guide autorizzate e dormendo in tenda.
Luogo di preghiera lungo il sentiero |
Si prosegue quindi verso Taranga e qui la valle è splendida. La scarsa vegetazione fa risaltare ancor di più le alte montagne che sempre sono davanti a noi e catturano lo sguardo.
Veduta della valle prima di Taranga |
Passato il delizioso villaggio si scorge Kyaro Gompa uno dei tanti luoghi sacri incontrati lungo il trekking.
Questa è la parte più bella del cammino di oggi e ogni centinaio di metri il panorama muta e la sua bellezza viene esaltata dalle costruzioni dell'uomo e questo sembra il vero Nepal ancora poco toccato dal turismo di massa delle altre valli.
Bellissimo panorama prima di Thame |
Si arriva quindi a Thame che è un grande villaggio che sorge su un pianoro sopra al quale c'è una vasca che raccoglie l'acqua che alimenta una centrale idroelettrica.
Qui le varie costruzioni sono intervallate da numerosi appezzamenti di terra, circondati da muri in pietra, che vengono coltivati nei mesi estivi ma adesso sono brulli.
Questo praticamente è l'ultimo giorno di trekking nelle remote vallate nepalesi perché arrivata a Namche ritroverò troppa gente. Perciò mi godo il cammino prendendo tempo per osservare i gompa, le pietre disegnate, i villaggi, la vegetazione che scendendo cambia di aspetto diventando più fitta.
Iniziano nuovamente a vedersi rododendri, abeti, pini e ginepri.
Panorama della valle dopo Thame |
Sicuramente questa ampia vallata è molto più bella e offre panorami migliori di quella della prima parte del trekking da Namche a Gokyo.
Ogni tanto s'incontrano animali ma non sono stata molto fortunata negli avvistamenti durante il mio trekking. Oggi sono riuscita a vedere diversi uccelli colorati della specie lofoforo himalayano e alcuni cervidi della specie Moschus leucogaster.
Panorama sulla vallata |
Il trekking prosegue verso Thamo, dove ci sono tante ruote da preghiera, e quindi Phurte. Ci stiamo avvicinando alla zona più frequentata di queste vallate e perciò la presenza di gompa e pietre con le preghiere aumentano.
Thamo: guest house, ruote di preghiera, rododendri e animali selvatici |
Si arriva, dopo un breve tratto in salita, nella parte alta di Namche Bazar nei pressi dell'eliporto per l'ultimo sguardo dall'alto del paese.
Mi sono catapultata nella frenesia di questo villaggio rilassandomi in un pub ma prima andando dal parrucchiere per lavare finalmente i cappelli, dopo tanti giorni senza poterlo fare. Per la verità si potrebbe perché ogni guest house offre la possibilità di fare la doccia ma col freddo tenersi i capelli bagnati non è il massimo se non ci si vuole ammalare.
Stasera dormo nello stesso albergo della volta precedente ma in una camera con bagno privato uguale ai nostri in occidente, perciò lussuosissimo per i loro standard anche se senza acqua calda.
Deliziosa casetta nei pressi di Thamo |
Namche è il crocevia di molti trekking e si vedono persone che stanno per iniziare la loro avventura e altre che la stanno concludendo. Tutti entusiasti di poter fare una bellissima esperienza tra le montagne. Le ore passate nella sala comune della guest house sono così l'occasione per scambiarsi qualche parere e guarda caso incontro sempre australiani o neozelandesi!
Trekking da Lungdhen a Namche Bazar
Lunghezza: 19 km
Durata: 6 h escluse le soste
Dislivello: da 3.360 metri a 3.446 metri
Nell'ordine: porta di Thame, porta e gompa di Phurte e pietre con preghiere a Namche |
Trekking da Namche Bazar a Lukla
La parte finale del mio trekking sembrerà strano ma è stata la più dura, sono arrivata stanchissima e coi piedi doloranti forse per il terreno con troppe pietre e per i tanti chilometri percorsi negli ultimi giorni. Comunque il giorno dopo stavo nuovamente bene.
Non voglio ripetere ciò che ho scritto già nel mio post sulla prima parte del trekking ma solo dire che al ritorno ho fatto senza troppi timori i ponti tibetani e ho trovato pure meno gente lungo il cammino.
Trekking da Namche Bazar a Lukla
Lunghezza: 18 km
Durata: 7 h escluse le soste
Dislivello: da 3.446 metri a 2.827 metri
Pazzesco che esperienza meravigliosa. Adoro anche io il trekking e raggiungere questo posti da favola è un mio sogno nel cassetto, certo con la bimba ora è molto difficile!
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