Nel cuore dell'Alto Marchesato Crotonese si nascondono tre borghi in cui il tempo sembra rallentare, lasciando spazio a silenzi, profumi e panorami che sanno di autenticità.
Sospesi tra natura e memoria, questi luoghi sono tappe imprescindibili per chi vuole scoprire la Calabria più vera. Castelsilano, Caccuri e Santa Severina sono state le protagoniste di un educational tour, assieme altre blogger dell'Associazione Italiana Travel Blogger, che mi ha regalato emozioni intense, tra sapori genuini e antiche tradizioni.
Seguitemi in questo viaggio nell'entroterra calabrese, dove la cultura incontra l'ospitalità e le esperienze da vivere non finiscono mai.
I Tre Borghi della Calabria da visitare
Questi comuni hanno unito le forze per creare una rete capace di valorizzare il territorio tutto l'anno, puntando su un turismo destagionalizzato.
Il risultato? Un ventaglio di esperienze che spazia dalle degustazioni alle passeggiate nella natura, dalle visite a musei e chiese ai percorsi tra i vicoli dei centri storici, impreziositi da sorprendenti opere di street art.
Cosa vedere a Caccuri
Nel cuore della Calabria, tra i monti della Sila e la valle del Neto, sorge Caccuri, uno dei borghi più suggestivi del Crotonese e uno dei Borghi più belli d'Italia. Dominato dal suo imponente castello, questo piccolo gioiello custodisce un'anima antica fatta di vicoli in pietra e scorci panoramici.
Girovagando tra le sue vie si incontrano opere di street art e il "Vicolo degli Artisti", dove musicisti, giornalisti e scrittori hanno lasciato dediche sentite a questo borgo dal fascino senza tempo.
Le viuzze si aprono in minuscole piazzette, che qui vengono chiamate "rughe", e conducono alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, ristrutturata alla fine del Settecento e custode di pregiate tele.
Il castello medievale, trasformato sul finire del Seicento dai Cavalcanti in una dimora signorile, conserva al suo interno la cappella Palatina con lo stemma della famiglia e la pala d'altare che raffigura Santa Barbara. Splendida anche la cucina ottocentesca, perfettamente conservata, con camino, forno, fornelli e griglie che svelano i metodi di cottura dell'epoca.
Più recente, ma altrettanto affascinante, è la Torre Mastrigli, eretta nel 1882 sul rivellino del castello e visibile già da lontano.
Tra le tappe da non perdere c'è la Chiesa di Santa Maria del Soccorso, un tempo parte dell'ex convento dei Domenicani, con il suo splendido soffitto cassettonato. Qui si trova la Cappella Cavalcanti che custodisce un magnifico altare di San Domenico in legno stuccato e dipinto.
Nell'attigua Cappella della Congregazione del Santissimo Rosario, dove dal 1679 – come attestato da una bolla papale – si concede l'indulgenza plenaria, a varcare la soglia, un tempo, potevano essere solo i frati e i membri della famiglia Cavalcanti che la fecero erigere.
Il piazzale antistante diventa ogni anno il palcoscenico del Premio Letterario Caccuri, giunto alla XIV edizione, che celebra il valore della cultura. Durante l'evento il borgo si anima con rassegne teatrali, concerti, interviste agli autori e workshop. Io stessa ho assistito a una serata speciale con Carmen Floccari e la band Nufolk e un finale travolgente firmato Enzo Avitabile.
Cosa vedere a Santa Severina
Arroccata su uno sperone di roccia che domina la valle del Neto, Santa Severina è uno dei borghi più affascinanti e meglio conservati della Calabria, inserito a pieno titolo nel circuito dei Borghi più belli d'Italia.
Tappa imprescindibile nel cuore del Crotonese, questo gioiello medievale incanta con le stradine di pietra e un'atmosfera sospesa nel tempo.
Il centro storico si sviluppa attorno a Piazza Campo, vivace a ogni ora del giorno, dove si affacciano il palazzo comunale, la maestosa Concattedrale di Sant'Anastasia e il prezioso Battistero Bizantino.
La chiesa conserva ancora il portale duecentesco, mentre gli interni, ricostruiti nel Settecento, rivelano eleganza e armonia.
Il Battistero, unico esempio bizantino in Calabria giunto fino a noi pressoché intatto, custodisce colonne tutte diverse, provenienti da antichi edifici della Magna Grecia. Al suo interno, gli affreschi raffigurano San Girolamo penitente e il Cristo Pantocratore.
L'attiguo Museo Diocesano accoglie i visitatori nel grandioso Palazzo Arcivescovile. Nella prima sala spiccano gli stemmi dei vescovi e arcivescovi che si sono succeduti nei secoli, mentre le teche custodiscono oggetti liturgici, epigrafi e statue, tra cui la suggestiva Madonna dell'Immacolata.
Il Castello, modellato e rimaneggiato nei secoli, è oggi un museo che racconta la sua storia dalle origini bizantine fino agli interventi della famiglia Gruther che fece affrescare numerosi saloni. Oggi questi ambienti ospitano una pinacoteca e mostre temporanee. La visita conduce agli scavi della necropoli e nelle sale che ospitano reperti importanti come una preziosa moneta d'oro.
A breve distanza, il piccolo borgo di Altilia completa la visita. Qui si ammira il Palazzo Barracco e, al calar del sole, un tramonto spettacolare sulla vallata che sembra dipinto.
Cosa vedere a Castelsilano
Castelsilano, piccolo borgo del crotonese, si accende ogni anno con le "Rughe in Festa", una manifestazione con balli e canti tradizionali. La sfilata attraversa le vie del centro rivelando scorci e angoli suggestivi che raccontano la storia del paese come la piazzetta sotto il castello.
Nel cuore storico si apre Via dei Panari, così chiamata in onore delle tradizionali ceste intrecciate a mano: un tempo strumenti indispensabili nella vita contadina, oggi preziosi custodi di memoria e cultura appesi alle pareti delle case. A ricordare questo antico mestiere, un grande murale colpisce per colori e dettagli, uno dei tanti che arricchiscono il borgo.
La passione per la street art a Castelsilano nasce negli anni '90, quando il maestro Candido realizzò le prime opere dedicate alle attività di un tempo. Da allora, artisti locali e internazionali hanno continuato a dipingere muri e facciate, raccontando la vita popolare, i paesaggi calabresi e i simboli della tradizione. Camminare tra queste vie è un viaggio emozionante che unisce passato e presente, creatività e identità.
Nel 1867 il borgo diede i natali a Madre Eufrasia Iaconis, che dedicò la propria vita alla carità all'interno della Congregazione delle Figlie dell’Immacolata Concezione, tra Italia e Argentina. La sua casa natale si affaccia sulla piazza dominata dalla maestosa Chiesa Madre Maria SS. Immacolata. Poco distante si trova anche la suggestiva Chiesa della Campagna, pilastro spirituale della comunità.
Tra i monumenti più singolari spicca l'imponente Arca del maestro Giovanni Girimonte, una scultura in pietra realizzata negli anni '70 e ispirata all’Arca di Noè. Simbolo di salvezza, rinnovamento e armonia con la natura, questa opera visionaria crea un ponte tra arte, spiritualità e ambiente.
Esperienze nella natura
Il territorio dei Tre Borghi del crotonese è un paradiso per chi ama vivere la natura in ogni stagione. Le sue colline, i fiumi e i sentieri offrono esperienze all'aria aperta che uniscono movimento, scoperta e suggestivi panorami.
Nel comune di Castelsilano si possono ammirare i resti della più antica centrale idroelettrica della Calabria, costruita nel 1923, lungo un emozionante percorso di acquatrekking sul fiume Lese, fino a raggiungere Savelli.
Il tracciato, lungo pochi chilometri, alterna passaggi su sassi a tratti immersi nelle fresche acque che scendono dall'altopiano della Sila. L'itinerario conduce ai ruderi dell'antico mulino dei Brisinda, costruito con le pietre dell'ex monastero di Santa Maria di Cabria, fondato dai monaci italo-greci che percorrevano queste stesse vie secoli fa.
È un'esperienza divertente e rigenerante, tra piscine naturali scolpite dal fiume e momenti di pura adrenalina.
A pochi passi da Santa Severina, la collina di Monte Fuscaldo si erge come spartiacque naturale tra le valli dei fiumi Tacina e Neto, nel cuore del Marchesato crotonese. La prima sosta al belvedere regala una vista spettacolare sul borgo e sulla valle, mentre lungo il sentiero si ammirano, in lontananza, le dune argillose dei calanchi.
Un'escursione di circa 10,5 km (tre ore) parte dal Centro di Educazione Ambientale di Santa Severina, attraversando la macchia mediterranea, profumata di erica, lentisco, sughero e querce. I sentieri si affacciano sulla valle Niffi, habitat di rapaci rari come il capovaccaio, il gufo reale e il nibbio reale. Inaccessibile e riconquistata dalla natura, la vallata è diventata rifugio per cicogne nere e lupi, avvistati più volte.
Il percorso si sviluppa su strada sterrata e, pur essendo di facile percorrenza, è consigliabile indossare scarpe da escursionismo con suola sagomata.
La ciclovia della Val di Neto è un invito a pedalare tra sei comuni – Caccuri, Rocca di Neto, Santa Severina, Belvedere Spinello, Scandale e Strongoli – in un paesaggio che dalle colline si apre fino al Mar Ionio.
Il percorso ciclopedonale, lunga 38 km e quasi interamente pianeggiante, regala scorci indimenticabili e invita a soste panoramiche. Lungo la via si incontrano laghetti, le pozze sulfuree di Bruciarello – perfette per un bagno di fanghi naturali – e luoghi storici come il mausoleo romano della Pietra del Tesauro a Marina di Strongoli.
Per chi è in vacanza, a Santa Severina è possibile noleggiare e-bike e percorrere comodamente l'intera ciclovia, scoprendo borghi e paesaggi a un ritmo lento e sostenibile.
Dover mangiare e dormire nei tre borghi
La zona dell'alto marchesato crotonese è l'ideale per chi cerca sapori autentici, prodotti biologici e a chilometro zero, in un viaggio che unisce tradizione e gusto.
A Caccuri, la Grancia del Vurdoj è un'azienda agricola storica che la famiglia Marrazzo porta avanti con passione, coltivando ulivi secolari della varietà Pennulara. Questi alberi, eredità dei monaci Basiliani che un tempo abitavano il casale, fanno da contorno alla piscina aperta al pubblico durante il giorno.
Durante la visita il padrone di casa ha raccontato il processo di produzione dell'olio extravergine biologico, estratto a freddo, che ho degustato in purezza: fruttato, leggermente piccante, capace di stuzzicare il palato con eleganza.
La Grancia dispone di un ristorante nel quale gustare ricchi antipasti di verdure, formaggi, frittelle, bruschette, olive, pasta fresca, zuppe di legumi, carne e fresche insalate.
A poca distanza da Santa Severina, l'Agriturismo Le Puzelle accoglie i visitatori in un antico granaio – un tempo monastero – circondato da ulivi. Le camere climatizzate si affacciano sulla piscina con vista mozzafiato sulla vallata. Qui ho partecipato a una cooking class con lo chef Salvatore Vona per imparare a preparare piatti tipici locali come i covatelli e gli scilatelli, pasta fresca della tradizione calabrese.
Il ristorante offre menù stagionali, preparati con ingredienti dell'azienda e del territorio circostante: antipasti di salumi, sardella, olive, formaggi freschi, ricottine, frittelle di verdure, peperoni e patate; primi di pasta fresca e secondi a base di carne.
A Castelsilano, il laboratorio Omnia NaturalisBio di Elia Antonio – ospitato nella storica farmacia – trasforma ingredienti locali e regionali in deliziose conserve. Qui nascono confetture di lamponi e more, marmellate di cipolla di Tropea e di cedro, succhi di bergamotto e pera, fino a combinazioni particolari come il succo di annona e kiwi giallo. Un vero viaggio sensoriale tra sapori ricercati e genuini.
Sempre a Castelsilano, vale la pena assaggiare le specialità del borgo: fritti, tielle di ricotta, zucchine e patate, il pane tradizionale, chiamato cropa, e i mostaccioli, dolci di mandorle e cioccolato che racchiudono tutto il calore della pasticceria calabrese.
Nei borghi, l'offerta di ospitalità sta crescendo e migliorando di anno in anno. A Santa Severina, il più grande dei tre, si può soggiornare in strutture accoglienti che fanno sentire subito "a casa", come Mesovia.
Situata nel cuore del centro storico, la struttura propone appartamenti dotati di ogni comfort – aria condizionata, connessione Wi-Fi – e si distingue per la posizione strategica che permette di vivere appieno l'atmosfera del borgo.
Come arrivare
Arrivare in questa zona della Calabria è semplice, sia che si viaggi in auto, in treno o in aereo.
Per chi parte dal Nord Italia, il percorso più comodo è in autostrada: si segue la A1 in direzione Bologna, quindi la A14 Adriatica fino a Taranto. Da qui si imbocca la SS106 Jonica sino a Crotone e, infine, si prosegue sulla strada statale che raggiunge l'alto marchesato.
Dal Centro Italia, invece, si percorre l'A1 in direzione Napoli, per poi immettersi sulla A2 Autostrada del Mediterraneo. L'uscita consigliata è Cosenza Nord/Rende o Sibari, da cui si prosegue lungo le strade statali e provinciali fino a destinazione.
Chi preferisce viaggiare in treno può contare sull'Alta Velocità (Frecciarossa o Italo) fino a Napoli o Lamezia Terme. Da Lamezia o Crotone si può proseguire in autobus regionale oppure noleggiare un'auto per raggiungere i Tre Borghi.
Anche l'aereo è una valida opzione:
- L'aeroporto di Lamezia Terme è collegato con voli diretti da diverse città italiane, tra cui Milano (Linate e Malpensa), Venezia, Bologna e Pisa nonché voli da città europee. Dallo scalo, i borghi distano circa due ore in auto; in alternativa, è possibile verificare i collegamenti in autobus.
- L'aeroporto di Crotone è collegato con pochi voli giornalieri da città come Dusseldorf, Milano, Roma e Bergamo. Arrivando qui, in 40 minuti di auto si giunge nei borghi.
Post realizzato nell'ambito del progetto "I Tre Borghi" volto a valorizzare il territorio attraverso la cultura, la natura e le tradizioni.
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