Alla fine però ho deciso di visitarli perché, dopo aver letto tanti libri su quegli orrori, uno su tutti Se questo è un uomo di Primo Levi, e aver visto tantissimi film, volevo rendere omaggio alle vittime innocenti dell'Olocausto.
Quando pensiamo ai siti patrimonio dell'Umanità UNESCO ci vengono in mente le meraviglie del mondo, ma anche i campi di concentramento e sterminio di Auschwitz - Birkenau hanno ricevuto questo riconoscimento perché testimonianza di un genocidio perpetrato con crudeltà.
La visita ad Auschwitz
Prima di arrivare ad Auschwitz mi aspettavo che questo luogo fosse lontano da tutto e mi sono stupita di come sia vicino a una città con i suoi negozi, centri commerciali e ristoranti. Non so ma io non abiterei mai vicino a un luogo di orrori inenarrabili.
Una volta passato il metal detector vengono consegnate le cuffie che consentono di ascoltare la guida che, durante la visita di circa 2 ore, racconta la storia di questo campo.
I controlli per accedere ad Auschwitz sono scrupolosi e non si può entrare con borse più grandi di un foglio A4 e perciò è bene lasciarle in auto, oppure al guardaroba.
Guardare la doppia recinzione di filo spinato incute ansia e poi vedere quella fila di edifici in mattoni, la scritta Arbeit macht frei, le torrette fa venire la pelle d'oca.
Durante la visita si ha modo di entrare in alcuni di questi edifici che ospitano il Museo dell'Olocausto e la guida racconta la storia delle deportazioni e dell'illusione di molti di andare in un posto dove avrebbero trovato lavoro e la libertà, che ormai avevano perduto a causa delle leggi razziali.
Alcune foto fatte dai tedeschi per propaganda farebbero pensare ai campi come a normali luoghi di detenzione ma altre fotografie, scattate di nascosto, fanno capire l'orrore.
Per chi non lo sapesse questo campo è Aushwitz I e fu il primo realizzato qui, utilizzarono le vecchie costruzioni dell'esercito polacco per internare i primi deportati. Poi il campo fu ingrandito e furono realizzati Auschwitz II, che conosciamo come Birkenau, e Auschwitz III, il campo di lavoro.
Molte cose già sono risapute ma vedere le foto dei prigionieri lungo i corridoi e poi le scarpe, il pentolame, le valigie e tutte le cose che quella povera gente si era portata con sé fa venire i brividi.
La sala con le montagne di capelli, uno dei posti nei quali è vietato fotografare, è quella che fa star ancor più male.
Noi visitiamo queste baracche dopo che sono state rese gradevoli con finestre e riscaldamenti ma i prigionieri stavano qui al freddo, tutto questo mi è sembrato a tratti una mancanza di rispetto.
Uno degli altri posti dove non è consentito fotografare sono le celle sottoterra. Si scendono le scale e si vedono questi spazi piccolissimi dove venivano rinchiusi anche 4 prigionieri alla volta, che morivano per la fame, la stanchezza, la mancanza d'aria.
Se questa può sembrare un'atrocità cosa dire del muro dove venivano fucilati, naturalmente senza motivo!
In fondo si vede la casa dove alloggiava il direttore del campo con la famiglia, cosa normale in tutti i campi ma parlare di normalità è una parola grossa.
Quasi al termine della visita si entra nei forni crematori, quelli originari furono distrutti, mentre questi sono stati ricostruiti per far capire come erano fatti.
Erano stanze con piccole aperture in alto dalle quali gettavano i cristalli di gas Zyclon, infatti, a differenza di quello che si potrebbe pensare, non venivano usati gas aeriformi. Proprio in una sala si vede una catasta di barattoli che contenevano i cristalli.
La visita di Birkenau
Nel campo di Auschiwitz le baracche in muratura erano più spaziose, avevano stufe e i bagni all'interno, piccolo sollievo per i prigionieri, mentre in quello che oggi conosciamo come Birkenau le condizioni erano ben peggiori.
In circa 45 minuti di vista si entra nel campo sino ad arrivare al memoriale in 23 lingue, quelle parlate dalle vittime dell'Olocausto.
Qui le baracche di legno erano costruite direttamente sulla terra, che spesso diventava fango, la stufa dava ben poco sollievo e i prigionieri neppure avevano un bagno e possiamo solo immaginare le condizioni disumane nelle quali vivevano, sino alla triste fine.
Durante la mia visita la temperature non è mai scesa sotto i 6 gradi ma nei periodi freddi qui soffia un vento gelido, si arriva sino ai -20°.
Dopo l'arrivo dei russi il 27 gennaio 1945, giornata dedicata alla Memoria, le baracche furono distrutte e molti polacchi usarono il legno per le loro case.
Oggi rimangono in piedi poche costruzioni ma si vedono le fondamenta delle altre. Molte sono state ricostruite proprio per fare vedere come vivevano i prigionieri, tutti ammassati in spazi ristretti. Ogni baracca ospitava un minimo di 700 persone, ma spesso si arrivava a 1200.
Questo è il campo che si vede in molti film, quello con i binari che portano il treno all'interno. In realtà l'ultimo tratto di ferrovia fu costruito solo nel 1944 a pochi mesi dalla resa.
In fondo al campo c'erano proprio le camere a gas dove la maggior parte della gente veniva mandata appena arrivata.
Prima della resa tedesca furono distrutte e i forni in ghisa portati via ma si vedono ancora le macerie.
Carro ferroviario simile a quelli usati per le deportazioni |
La visita ad Auschwitz è un'esperienza davvero forte e, anche se si sono sentiti racconti e visti tanti film, non si può essere preparati. La guida racconta cose terribili e con una partecipazione tale che fa rivivere quei drammi con una tale intensità che dopo ci si sente pieni di angoscia.
Credo che però non tutti siano pronti per questo, fare fotografie ricordo secondo me sarebbe da evitare. Io ho fatto pochissime fotografie ma ho visto persone farsi le classiche foto ricordo o peggio scattare foto dove avevano detto che era vietato!
Un po' di rispetto per le vittime. Siamo qui per ricordare lo sterminio!
Alla fine della visita il freddo sembra entrare nelle ossa ma non è causato dalla temperatura dell'aria ma dall'essere entrati in questi campi che fa pensare ad atroci sofferenze.
Informazioni pratiche per la visita ad Auschwitz
Per raggiungere i campi di concentramento da Cracovia si può prendere il bus, oppure il treno, ricordandosi che il paese si chiama Oświęcim. Per spostarsi poi da un campo all'altro c'è una navetta interna gratuita che parte ogni 10 minuti da Aprile a Ottobre e ogni 30 minuti nei restanti mesi.
Le visite iniziano la mattina alle 7.30 e finiscono a diversi orari a seconda della stagione.
L'ingresso è gratuito ma è consigliato il servizio di guida per ascoltare com'era la vita nei campi e capire ciò che si sta guardando.
Sul sito ufficiale ci sono gli orari delle visite guidate della durata di 4 ore nelle diverse lingue per i viaggiatori singoli ed è anche possibile prenotare online, visto che la disponibilità di posti è limitata.
Il costo per l'anno in corso è di 50 zloty, circa 12 euro.
Anche se si sceglie di visitare il museo di Auschwitz senza una guida è necessario munirsi del biglietto a ingresso gratuito perché i posti sono limitati e, soprattutto durante le festività e i fine settimana, si esauriscono in fretta.
Io sono partita direttamente da Cracovia con un tour organizzato di GetYouGuide e bisogna tener conto che in totale tutta la visita dura 7-8 ore, considerato che ne servono 3 di viaggio tra andata e ritorno.
Lungo la strada si possono vedere numerosi paesini e mi è sembrato di trovarmi in Italia. Ci sono tantissime case costruite con uno stile piuttosto anonimo ben lontano della bellezza architettonica del centro città.
Sono stata a vedere quel campo di concentramento un paio di volte. D'estate è stato tremendo, d'inverno terribile ma comunque utile. Sono luoghi che visito spesso, anche per interesse storico.
RispondiEliminaDeve essere un'esperienza molto particolare, ma non so se mi verrebbe mai voglia di farla.
RispondiEliminaMi sono interessata molto di questo argomento, l´Olocausto, durante i miei esami universitari e devo dire che sono stati gli esami più difficili da dare sul piano morale. Non oso immaginare essere direttamente dentro il luogo dove sono successi i fatti.
RispondiEliminaA marzo sarò a Monaco: sto pensando se andare o meno a Dachau per lo il tuo stesso motivo ... deciderò all' ultimo. Quindi capisco il tuo animo prima di andare ad Auschwiz!
E' un luogo pieno di storia che un giorno vorrei visitare! Sono sicura che fa comprendere appieno le crudeltà di quei tempi
RispondiEliminaRicordo con orrore la nostra visita giornaliera, la notte nessuno di noi è riuscito a dormire. Penso che almeno una volta nella vita, si dovrebbe vedere, per prendere coscienza e soprattutto per non dimenticare..
RispondiEliminaSono stata nel 2014... Penso che sia doveroso verso chi ha perso la vita in questo moto atroce, visitare almeno un campo di concentramento, perchè per quanto si studi, si legga o si guardino film, è diverso recarsi sul posto e immaginare...tremendo!
RispondiEliminaStefania ho la pelle d'oca...
RispondiEliminaÈ un periodo storico che ho approfondito tanto, che ho voluto imparare a conoscere, durante il percorso di studi ma anche per interesse personale. Mi turba e mi angoscia a tal punto che non sono mai riuscita a decidere di visitare un campo di sterminio.
Tra l'altro, la poca delicatezza o, addirittura la mancanza di rispetto, come scattarsi allucinanti foto ricordo, non le sopporterei... E mi viene da chiedermi quanto mediocre sia la natura di certa gente.
Forse un giorno andrò a pregare su quell'enorme monumento di morte a cielo aperto... Ancora non ci riesco...
Ester
Entrare qui deve mettere veramente i brividi, però è una delle attrazioni che sicuramente non mi perderò quando riuscirò a visitare Cracovia!
RispondiEliminaSe un giorno visiteró Cracovia cercherò di visitarlo, anche se penso che sia emotivamente una visita molto impegnativa😓
RispondiEliminaQuesta visita (come la mia a Dachau) sono toccanti e laceranti oserei dire... ho pianto tanto... la storia spero che insegni
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