Il Pizzo d'Uccelloviene, giustamente, chiamato il Cervino delle Alpi Apuane per la sua forma che ricorda una piramide e per il fatto che la sua conformazione rocciosa ricorda quella delle montagne alpine. La sua parete nord, verticale per quasi 800 metri, è impressionante!
La vetta vista dal Grondilice |
Non è la vetta più alta delle Apuane eppure è scalata da molti che si cimentano nella salita per la via normale che è una sorta di battesimo dell'alpinista, sebbene non sia eccessivamente difficile presenta alcuni passaggi impegnativi.
Escursione al Pizzo d'Uccello lungo la via normale
Itinerario: Rifugio Donegani - sentiero 37 - sentiero 181 - via di vetta - deviazione sentiero 37 Tempo totale: 4 ore
Dislivello: da 1150 a 1781 metri
Difficoltà: EE + passaggi 1°
La salita al Pizzo d'Uccello inizia dal Rifugio Donegani, in Val Serenaia, raggiungibile da Minucciano in breve tempo. La valle circondata dalle alte vette delle Apuane è splendida in questa stagione, peccato per le cave che deturpano parte del panorama!
Parcheggiata l'auto, si prende il sentiero 37 che sale sulla sinistra incontrando quasi subito la marmifera, che si segue per un breve tratto, per poi salire sulla destra, seguendo le indicazioni per Foce di Giovo, costeggiando le cave e passando vicino a diversi casotti usati un tempo dai cavatori.
Le cave di marmo che deturpano la Val Serenaia |
Il sentiero s'inerpica sempre più e subito s'incontra un tratto di qualche metri attrezzato con cavo metallico ma non esposto. Ad un certo punto s'incontra un bivio, ma la scorciatoia di destra la prenderemo al ritorno, e così proseguiamo nella faggeta lungo un sentiero che diventa sempre più largo e la frescura fa piacere in questa giornata nuvolosa ma calda.
Dopo 1 ora 10 dalla partenza siamo arrivati a Foce di Giovo (1500 metri), una prateria erbosa crocevia di molti sentieri, ma purtroppo la nebbia non lascia tregua e non vediamo il panorama sul Golfo né quello delle montagne.
Vista della vallata |
Procediamo così lungo il sentiero 181, quasi pianeggiante, fino ad arrivare al Giovetto (1497 metri) altro crocevia di sentieri.
Da qui lasciamo il tracciato abbastanza facile, percorso finora, e seguiamo le indicazioni per la vetta continuando la nostra escursione verso la via normale.
Si può notare il cambiamento dell'ambiente montano, prima i faggi crescevano alti ora se ne vedono solo alcuni isolati che mi ricordano i bonsai per la loro forma tozza. Da qui in poi l'ambiente sarà prevalentemente roccioso con solo alcuni ciuffi d'erba sparsi qua e là.
Gli ultimi alberi prima della via di vetta |
Fiorellini tipici delle Apuane |
Subito s'incontra un passaggio stretto tra le rocce verticali ma gli appigli sono buoni e si supera con un po' di attenzione, questo è un passaggio di 1° superiore. Tutta la salita è ben segnalata in rosso ma ci sono alcuni passaggi difficili, nei quali si deve trovare appigli saldi per mani e piedi stando attenti a non smuovere pietre.
Non c'è però mai un'eccessiva esposizione ma comunque ci vuole rispetto per la montagna, attenzione e conoscenza dei propri limiti. In alcuni passaggi si aggirano roccette o si salgono canali e, proprio in uno di questi, durante la salita un sasso si è staccato dall'alto e poteva essere un pericolo, difficile evitarlo in spazi così ristretti, ma per fortuna mi è passato a 10 centimetri dalle gambe!
Fanno bene gli esperti scalatori a usare sempre il caschetto!
Veduta panoramica in un passaggio tra le rocce |
Curiose conformazioni rocciose |
Superato l'ultimo pendio si arriva in vetta, segnata da una scritta sulle rocce, la firma al libro di vetta è d'obbligo. Sono passate 2 ore e 20 dalla partenza.
La nebbia non ci lascia, anzi sembra aumentare, e perciò riscendiamo.
Essendo la mia prima ascesa di questo tipo avevo timore della discesa ma, con molta cautela, ho trovato appigli solidi. Sono nella parte finale abbiamo sbagliato tracciato ma, grazie agli scalini naturali che offre questa roccia grigia calcarea, siamo discesi senza passare nel solco verticale che non ci piaceva molto per l'esposizione sulla destra.
Dal Giovetto abbiamo così seguito la scorciatoia per il Rifugio Donegani che attraverso una faggeta porta a ricongiungersi col sentiero 37 fatto all'andata.
Il sentiero che scende verso il 37 |
Il Pizzo d'Uccello è una montagna molto bella e rocciosa e l'ascesa va fatta consapevole dell'ambiente in cui ci si trova. Purtroppo non ho più avuto occasione di salire ma vorrei andare in una bella giornata di sole per godere del panorama che le vette delle Apuane offrono, come quando sono salita sul Grondilice.
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