La camminata non è molto impegnativa però è possibile fare alcuni varianti per rendere meno monotono il percorso e per compiere un giro ad anello in modo da fare due strade differenti all'andata e al ritorno.
Trekking dall'Abetone al Libro Aperto
Il sentiero che porta al Libro Aperto dal Passo dell'Abetone è abbastanza facile, se si evita di fare il tratto attrezzato, ma il dislivello è notevole per cui occorre essere allenati per completarlo. In alternativa si può solo arrivare al rifugio e trascorrere una giornata sui prati pieni di fioriture ammirando il panorama su queste meravigliose montagne e queste vallate dell'appennino.
Se arrivate qui in auto una buona opzione per l'alloggio è la dimora storica Torre Riva che si trova a Fiumalbo, mentre se vi spostate solo con i bus è bene prenotare nella zona centrale e l'appartamento Casa Lampo, immerso nel bosco, può essere una valida opzione.
Itinerario: Abetone (1.385) - Libro Aperto (1.937) - Abetone
Sentieri: 00 - 495 - 00 - 11
Dislivello: quota massima 1.937 metri
Lunghezza: circa 12,7 Km
Tempo di percorrenza: 4,30 ore (escluso le soste)
Difficoltà: EE (EEA se si fa tratto attrezzato)
Dalla piramide dell'Abetone s'imbocca il sentiero contrassegnato come 00 che dapprima corre lungo uno sterrato e poi sale sul Monte Maiori in un bosco di faggi e abeti, sino alla località Foce delle Verginette.
Il Libro Aperto visto dall'Abetone |
Durante questa escursione si vedono i cippi in pietra che delimitavano il confine tra il Granducato di Toscana e il Ducato di Modena, gli stessi che avevo già visto il giorno precedente percorrendo il sentiero verso il Lago Nero.
Si raggiungono quindi uno spazio aperto e il rifugio Casetta di Lapo, dopo circa un'ora di cammino.
Qui il sentiero inizia a salire sul crinale della montagna regalando i primi bellissimi panorami di entrambe le vallate. Dopo circa un'altra ora si arriva alla sella che divide il Libro Aperto: dal lato emiliano il Monte Rotondo (1.937 m) e dal lato toscano il Monte Belvedere (1.896 m).
La sella del Libro Aperto vista dal Monte Belvedere |
Il sentiero, seppure ripido, è abbastanza agevole e arrivati in vetta si gode di una meravigliosa vista panoramica che spazia dall'Adriatico al Tirreno, naturalmente bisogna essere fortunati e trovare una giornata col cielo terso.
A sinistra si può vedere la vetta del Monte Cimone, che supera i 2.100 metri, da qui ci sono vari sentieri da percorrere ma, per fare quelli più lunghi, bisogna mettere in conto di dormire in un rifugio.
Una delle mete molto gettonate è il lago Scaffaiolo ma da qui ci vogliono circa 4 ore di cammino, la via più breve per raggiungerlo è dalla località Doganaccia nel pistoiese oppure dal laghetto del Cavone nell'appenino bolognese.
Panorama dal Monte Rotondo |
Questo sentiero che dall'Abetone porta al Libro Aperto è molto frequentato perciò anche in vetta c'è parecchia gente, soprattutto nel fine settimana.
Una volta goduto della vista panoramica, per non fare la stessa via dell'andata, si può optare per varie soluzioni come tornare alla sella e scendere lungo il sentiero 495.
Panorama dal Monte Rotondo |
Io sono scesa passando sulle rocce a sinistra lungo un sentiero attrezzato con catene, che ha passaggi di I grado, per raggiungere l'antecima del Monte Rotondo e tornare nuovamente alla sella del Libro Aperto che è un crocevia di sentieri.
Il sentiero attrezzato visto dal basso |
Da lì ho imboccato il sentiero 495 che scende nel vallone e porta al rifugio passando per il lago della Risaia, secco nei mesi estivi.
Questo sentiero passa tra prati dove crescono i mirtilli e tanti fiori di montagna e vicino a un torrente che scorre nei pressi del rifugio, dove ho visto molti fare campeggio libero.
Sella del Libro Aperto vista dal sentiero 495 che ho percorso in discesa |
Se è l'ora di pranzo si può fare una sosta sta per gustare il minestrone o la polenta coi funghi, piatti tipici di questa zona.
Arrivata nuovamente in località Foce delle Verginette ho preso la strada forestale, contrassegnata col numero 11, che attraversa il Boscolungo.
Questo sterrato molto largo passa in mezzo al bosco di abeti bianchi, che sono una specie coltivata qui, e lungo il sentiero ci sono diversi i pannelli esplicativi che illustrano la fauna e la flora locale.
Molte famiglie con bambini vengono qui a passeggiare per la frescura e per la facilità del cammino.
Prestando attenzione si possono vedere anche i nidi artificiali posti sugli alberi per il pipistrello di nathusius, tipico di questa zona.
Più avanti si vedono anche i giganteschi formicai della formica rufa, una specie di formica rossa, che mi hanno ricordato quello delle termiti visto durante il viaggio in Namibia. Avvicinandosi si vede la vita brulicante dentro il formicaio.
Il formicaio |
In questa zona dell'Appenino tosco-emiliano nascono anche moltissimi funghi di varie specie e non è raro trovare funghi porcini, camminando lungo il sentiero.
Anche per il ritorno mettete in conto 2 ore e mezzo di cammino prendendosela con comodo, escludendo però la pausa per uno spuntino, e quelle per fare foto e video.
Tornati al Passo dell'Abetone si può fare un aperitivo o mangiare un panino nel locale sulla curva che serve birre artigianali molto buone.
Ottimi consigli. Grazie per questi suggerimenti Fare escursioni mi rilassa molto. Ricordo di indossare solo abiti comodi e calzettoni così da poter camminare comodamente anche per molti chilometri.
RispondiEliminaSì, indosso sempre abbigliamento adatto. Sul blog ho scritto diversi post su questo argomento
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