8 febbraio 2018

Antichi mestieri che stanno scomparendo: il falegname

Al rientro dal mio viaggio tra i borghi dell'Umbria, ho riflettuto su come molti antichi mestieri stiano scomparendo e perciò mi piacerebbe continuare a raccontarli in un viaggio virtuale partendo da quello del falegname.

Ormai siamo abituati a comprare mobili in serie e si è perso il gusto delle cose uniche, create proprio per noi, e magari su misura per essere collocate proprio nell'angolo di casa che preferiamo.

Il falegname è uno dei mestieri più antichi perché il legno era uno dei materiali più usati per costruire carri, utensili per lavorare i campi, telai, attrezzi da lavoro, allestimenti navali. Oltre a queste opere più grezze l'artigiano ha iniziato col tempo a costruire porte, finestre e mobili per la casa sino a fare opere meravigliose.

Antichi mestieri che stanno scomparendo: il falegname. Mobile in legno nel Palacio National di Sintre
Mobile in legno nel Palacio National di Sintra


I mestieri di una volta: il falegname


Se penso alle case di cento anni fa nelle nostre campagne le vedo davvero rustiche e semplici: in cucina c'erano il tavolo, le sedie e la madia per fare pasta e pane e forse una vetrinetta per le poche stoviglie, in camera solo il letto e il baule che conteneva i pochi indumenti.
In ogni paese però c'erano diverse botteghe di falegname e ricordo che, sino a una trentina d'anni fa, era ancora così, mentre ora si contano sulle dita di una mano quelle rimasta in tutta la mia provincia!

Il falegname ora si dedica alla produzione di porte e finestre e molto poco a quella dei mobili. Durante i miei viaggi vedo che in molte città e nei paesini questo antico mestiere ormai è scomparso, spesso vedo botteghe chiuse e cartelli che segnalano come l'attività sia cessata e mi dispiace molto. Ad Arezzo nel centro storico qualche anno fa rimasi stupita proprio per la chiusura di tanti negozi artigianali.

centro storico di Arezzo con botteghe chiuse
Centro storico di Arezzo: botteghe chiuse

Adoro visitare i musei che espongono mobili antichi che sono davvero capolavori, certo quelli erano fatti per le famiglie nobili. Il falegname di cui voglio parlare faceva lavori più semplici ma perfetti, curati nei minimi dettagli e che duravano per sempre.

L'intervista a un falegname in pensione


Come hai pensato di fare il falegname?
Non amavo molto le attività di campagna così sono andato a studiare in un collegio dei salesiani dove s'imparava un mestiere. Scelta quasi obbligata, negli anni dopo la guerra, se non si era ricchi e si avevano i soldi per frequentare le scuole private.

Dopo il collegio cosa hai fatto?
In quegli anni ho imparato l'ABC dell'arte del legno e tornato a casa ho visto che fare il falegname qui non avrebbe portato molto denaro e così sono emigrato all'estero, in Venezuela. Lì ho trascorso i primi anni a lavorare per un'impresa che produceva infissi e mobili per i grandi palazzi che stavano costruendo e per le case dei lavoratori delle aziende petrolifere. Dopo quest'esperienza ho aperto la mia falegnameria che ho tenuto sino agli anni '80, quando ho deciso di tornare in Italia, visto che un mio caro amico mi ha detto che qui si viveva meglio.

Come è andata in Italia?
In quel periodo lavoravo tanto perché c'era molta richiesta di prodotti artigianali. La produzione di mobili in serie a basso costo ha dato un duro colpo alla mia attività e l'aumento delle tasse ha fatto il resto tanto che, negli ultimi anni, i guadagni erano veramente risicati.

Quanto hai viaggiato nella tua vita?
Poco. Ho vissuto quasi trent'anni all'estero senza mai fare vacanze e visitando i posti attorno alla città nella quale vivevo, Maracaibo. Tornato qui ho fatto alcuni soggiorni alle terme in estate o sono andato a trovare i miei familiari in Friuli. Rimpiango di non aver viaggiato di più.

Che ricordi hai del Venezuela?
Quando sono arrivato per la prima volta in nave, dopo un viaggio di un mese, a Caracas era notte e vidi tante luci e pensai che finalmente ero arrivato in America, la terra dei grattacieli. La mattina mi sono reso conto che quelle che ho visto era le luci delle favelas sulla collina e ho pensato che non era certo la terra promessa.
Ricordo con piacere le tante persone incontrate, molti immigrati italiani, le scorpacciate di banane e i primi tempi quando vivevo in una guesthouse, gestita da italiani, dormendo su un'amaca per il pericolo dei serpenti che entravano la notte.

Ti piaceva fare il falegname?
Ho amato il legno. Prendere una tavola, studiare come vada tagliata, osservare le venature tutte diverse era per me una cosa magnifica. A volte parlavo anche col legno, tanto era per me bello, vivo e caldo.
Per me era motivo di orgoglio da una tavola grezza creare un mobile che avrebbe abbellito una casa e, a distanza di anni, quando lo vedevo ancora perfetto ero ancor più soddisfatto.

tavolino in legno opera di falegname
Il tavolino fatto da mio zio falegname

Pensi ci sia un futuro per questo antico mestiere?
Non so, ma negli ultimi decenni tante falegnamerie hanno chiuso anche perché i giovani non hanno avuto la possibilità di apprendere un mestiere che richiede abilità, precisione e cura dei dettagli.
Dare la possibilità di studiare e, allo stesso tempo, lavorare per imparare un'arte sarebbe un modo per mantenere vivo un mestiere di una volta che sta scomparendo.

Questa è l'intervista che ho fatto a mio zio abilissimo falegname che ha lasciato da pochi anni la sua attività, aveva così tanta passione che passati gli 80 anni era sempre nella sua officina!
A me piacerebbe che ci fosse un ritorno a questi mestieri di una volta perché viaggiare è anche scoprire nuove cose e se troviamo, in ogni parte del mondo, gli oggetti fatti in serie si perde l'autenticità.

falegnameria a Santo Stefano d'Aveto
Un cartello a Santo Stefano d'Aveto recita: qui si lavora per hobby

Girando per i piccoli paesi si trovano anche cartelli curiosi, come se ormai il mestiere del falegname fosse un hobby e non più un lavoro da tramandare alle nuove generazioni, un po' come quello del fabbro.

3 commenti:

  1. Vero. Tutto quello che è fatto a mano va valorizzato e spiegare cosa c'è dietro e dentro è imperativo! Solo cosi si contribuisce alla comprensione che non sono solo i materiali che rendono prezioso un oggetto ma la passione e la dedizione

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  2. Mio padre è diventato falegname per passione, i mobili che ho in casa li ha fatti lui.. il nonno di mio marito, insegnante di musica, era anch'egli falegname per passione, tanto da aver lasciato moltissime macchinari a mio marito che, adesso, si diletta anche lui in piccoli lavoretti.. non so, certo è triste che certi mestiere spariscano, ma purtroppo non ce la fanno nel mondo globalizzato. Sad but true

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  3. Come già anticipato sul gruppo sono una accanita sostenitrice dell'artigianato. Dal falegname alla sarta. Io mi occupo di moda e sono sempre alla ricerca di talentuosi fashion designer, di brand emergenti e tutto ciò che è hand made, dall'accessorio all'abito. Brava.

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